In Toscana nelle scuole arriva il menù per Gaza: i bimbi mangiano “falafel” – Scoppia la polemica
In provincia di Lucca, Firenze e Prato l’iniziativa della società “Qualità e servizi”: ma il centrodestra non approva e va all’attacco
«Fuori la politica dai piatti» si indigna il capogruppo di opposizione Matteo Scannerini (Forza Italia). «Portiamo in tavola cultura, tradizione e speranza di pace per i bambini e le bambine vittime delle guerre» è lo spirito sottolineato dalla società di ristorazione “Qualità & Servizi”. Con il Comune che chiosa: «Per noi il menù è solo ispirato al valore della pace».
Il menù palestinese nelle mense
A dare un sapore polemico alle pietanze proposte giovedì 11 dicembre nelle mense scolastiche non solo di Capannori, in provincia di Lucca, ma anche dei comuni di Calenzano (Firenze), Sesto Fiorentino (Firenze), Campi Bisenzio (Firenze), Signa (Firenze), Carmignano (Prato) e Barberino di Mugello (Firenze), è l’iniziativa del consigliere forzista. La dicitura “Sapori per la pace: menù palestinese” gli è andata di traverso sottolineando la necessità, a suo dire, di evitare sconfinamenti della politica nella scuola.
L’interrogazione alla giunta
Un disappunto tradotto in un’interrogazione alla giunta. «La ristorazione scolastica deve essere un luogo di neutralità, educazione e unione, non un campo sul quale veicolare messaggi identitari o, peggio, politici», scandisce Scannerini che, se da un lato sostiene di non mettere in discussione il valore di qualunque cultura culinaria, dall’altro ritiene «inopportuno che, in un contesto scolastico, si introducano menù accompagnati da narrazioni a sfondo geopolitico, per di più riferite a territori oggi coinvolti in un conflitto drammatico. La mensa scolastica non è il luogo per operazioni simboliche o antinarrative: è uno spazio educativo che deve restare al riparo da qualsiasi suggestione ideologica».
Il menù servito
Il menù “incriminato” servito giovedì 11 dicembre nelle mense prevedeva pasta al pomodoro e alloro come primo, falafel (polpette di ceci) come secondo accompagnate da crudité di carote e finocchi. Scannerini si fa patriota ai fornelli e introduce anche il riconoscimento alla cucina italiana proclamata dall’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
La posizione del consigliere
«È su quella che dovremmo costruire percorsi di educazione alimentare condivisi, senza ricorrere all’etnicizzazione del cibo o a iniziative che rischiano di dividere invece di unire», conclude il capogruppo forzista che all’amministrazione capannorese di centrosinistra ribadisce che «la scuola deve restare un luogo sereno, dove i bambini apprendono valori comuni e dove il cibo è ciò che deve essere: nutrimento, cultura e qualità, non uno strumento di messaggi politici mascherati da proposte gastronomiche».
Il programma “Sapori per la pace”
Il pasto che ha scatenato la belligeranza politico-culinaria di Scannerini rientra in un programma varato dalla società di Calenzano specializzata nella ristorazione collettiva con un focus sulle mense scolastiche. Tre menù speciali dedicati ai luoghi di guerra. Quello di giovedì 11 dicembre era stato ideato per la Palestina, mentre l’11 febbraio ci sarà un pranzo pensato per l’Ucraina e il 10 aprile sarà la volta del Sudan.
Le motivazioni della società
Spiegano dalla sede di “Qualità & Servizi”: «È un momento di riflessione sui temi della pace, dell’inclusione e della collaborazione tra i popoli, contro le guerre».
Il carico di Ceccardi
Il carico ce lo mette l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi: «Il Pd scodella l’ennesima forzatura ideologica spacciata per pedagogia, sulla pelle dei bimbi. Anziché garantire servizi più efficienti, certe amministrazioni “rosse” insieme alle loro cooperative preferiscono trasformare persino il pranzo in un’occasione di condizionamento emotivo».
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