In Toscana un'altra casa nel bosco con figli allontanati dai genitori: Harald, Nadia e il blitz dei carabinieri – Cosa sappiamo
Il caso è molto simile a quello di Palmoli, in Abruzzo, che da settimane anima l’opinione pubblica italiana: la decisione di allontanare i bambini è stata presa dal Tribunale di Firenze
C’è un caso Palmoli anche in Toscana? Sembra proprio di sì. Una storia molto simile a quella che arriva dall’Abruzzo e che da settimane agita l’opinione pubblica. Sulle pendici dei monti di Caprese Michelangelo, in provincia di Arezzo, un casolare in pietra ristrutturato a regola d’arte è oggi avvolto da un silenzio insolito. Mancano le voci dei due figli di Harald e Nadia, di 4 e 8 anni, che da oltre quaranta giorni non vivono più con i genitori.
L’intervento delle autorità
Il 16 ottobre un gruppo di carabinieri, insieme a un team di assistenti sociali, ha prelevato i bambini dalla casa per trasferirli in una struttura protetta. La decisione è stata formalizzata dal Tribunale dei minori di Firenze, che ha segnalato irregolarità nella gestione della scuola parentale e una scarsa collaborazione della coppia con i servizi sociali sui controlli sanitari.
La posizione dei genitori
Harald e Nadia respingono le accuse e hanno presentato denuncia contro l’operazione, definita “sproporzionata”. La coppia ha anche registrato le fasi dell’intervento attraverso le telecamere di sorveglianza installate intorno al casolare. Lui, perito chimico originario di Bolzano, e lei, di nazionalità bielorussa, si erano trasferiti in Toscana dopo un periodo in Alto Adige, dove gestivano un B&B e praticavano l’istruzione parentale per i figli.
Scuola parentale e contestazioni
Secondo le relazioni degli assistenti sociali, il percorso educativo seguito in Toscana non sarebbe stato conforme alla normativa. I genitori sostengono invece che si tratti di un disguido burocratico. La vicenda è stata raccontata anche dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro, che ha evidenziato la complessità del caso.
Un contesto particolare
La famiglia era già monitorata dai servizi sociali, che più volte avevano sollecitato l’iscrizione dei bambini a scuola. Harald e Nadia risultano vicini a un movimento chiamato “Noi è, Io Sono, One People, La Nazione”, che si definisce come un gruppo di persone autodeterminate e non riconosce lo Stato e le sue leggi. In questo quadro si inserisce la scelta dell’educazione parentale.
La voce del Comune
La sindaca di Caprese Michelangelo, Marida Brogialdi, ha confermato che la situazione era nota agli uffici comunali. «Sono dispiaciuta per quanto accaduto – ha dichiarato – ma l’operazione è stata disposta dal Tribunale dei minori e coordinata con carabinieri e servizi sociali». La prima cittadina ha aggiunto che nel territorio la scuola parentale è diffusa, soprattutto tra famiglie straniere, ma che in questo caso i bambini non risultavano iscritti a nessuna procedura ufficiale e non avevano mai sostenuto le verifiche previste.
