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Mia Diop, chi è la 23enne vicepresidente della Regione Toscana: quella frase a Bersani, la politica a Livorno e il suo “manifesto”

di Libero Red Dolce e Mario Neri

	Mia Diop
Mia Diop

Figlia del presidente della comunità senegalese livornese, è salita alla ribalta già da giovanissima: «Sono ottimista, credo nell’attivismo e nelle idee»

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FIRENZE. Ci sono momenti in cui quel metronomo spesso fuori tempo che è la politica riesce ad andare in sincrono con la realtà sociale. La scelta a sorpresa di Mia Diop, 23enne livornese, come vicepresidente della Regione Toscana è uno di quelli.

Chi è

Figlia del presidente della comunità senegalese livornese, Diop è salita alla ribalta già da giovanissima mostrando una certa predisposizione per il discorso politico: a soli dieci anni intervenne in un comizio di Pier Luigi Bersani dichiarando: «Io sono nata qui, a San Jacopo, faccio karate, sono livornese, italiana. Vorrei mi aiutaste a farlo capire anche alla legge». Una frase oggi ancora di più suona come un manifesto generazionale e programmatico.

Frequenta Scienze Politiche a Pisa e, sognando di diventare giornalista, è entrata nei ranghi dei Giovani Democratici, per poi approdare nella costituente del Partito Democratico (la più giovane degli eletti). Eletta consigliera comunale a Livorno, ha costruito una traiettoria che oggi culmina con un incarico di vertice regionale.

La nomina

La sua nomina arriva in un contesto in cui la Toscana vive un momento di trasformazione che troppo spesso viene letto con le lenti anguste e mortificanti dell’identità, intesa come esclusione: le seconde e terze generazioni, pur avendo percorso gli studi in Italia, attive e integrate socialmente, sono ancora poco presenti nelle istituzioni e nei ruoli apicali. La scelta di Diop va letta come un segnale del rinnovamento in atto, della voglia di far emergere nuove energie e di rappresentatività concreta.

Tuttavia, non tutto è proceduto senza tensioni. Il barometro politico livornese segna qualche malumore: molti avrebbero preferito la nomina di Alessandro Franchi – figura conosciuta e con un cursus honorum più classico – e considerano la scelta di Diop una “mossa inattesa”. Le frizioni interne sono dunque parte del racconto: una battaglia silenziosa tra vecchie alleanze e nuove ambizioni. Che la segreteria Pd toscana, ed Elly Schlein, che di Diop è principale sponsor, hanno superato con un colpo di reni notevole.

In un certo senso la scelta di Diop come vicepresidente della Regione Toscana non è solo una scelta politica: è un gesto simbolico che mette al centro la rappresentanza, il cambiamento e la trasformazione di una società in evoluzione. «Ho 23 anni, vado fiera del mio accento livornese, sono ottimista, credo nell’attivismo e nelle idee». Un manifesto dirompente in un’epoca di passioni tristi.

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