Il Tirreno

Toscana

Istruzione e futuro

Scuole accorpate in Toscana, via al piano: oltre 30 istituti coinvolti. L’ok della Regione nell’ultima giunta

di Francesco Paletti
16 gli accorpamenti di istituti in Toscana
16 gli accorpamenti di istituti in Toscana

La marcia indietro di Giani dopo la minaccia del Ministero di danno erariale: le tappe della vicenda

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Stavolta gli accorpamenti fra istituti scolastici ci saranno anche in Toscana. Sedici in tutto: 4 in provincia di Lucca, 3 in quelle di Massa Carrara e Pistoia, due a Firenze, Grosseto e Siena. Così il numero delle cosiddette “autonomie”, dal 2026/27, nel Granducato scenderà da 466 a 450. Beninteso, non chiuderà nessuna scuola e non diminuiranno gli insegnanti, ma si ridurrà il numero di presidi e dei direttori dei servizi generali e amministrativi.

Gli accorpamenti, infatti, riguardano l’unione di due o più scuole che, quindi, dal punto di vista giuridico diventeranno parte di un unico istituto pur mantenendo le proprie specificità. È un’ipotesi, però, contro cui la Regione Toscana si batte da anni, insieme alla Flc, la Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil. Che, infatti, ieri, 31 ottobre, ha preso carta e penna e inviato una nota in cui esprime tutto il suo disappunto.

I passaggi cruciali

È una commedia in tre atti quella che ha portato alla virata a “U” dell’amministrazione del Granducato, anche se con diverse appendici, pure di tipo giudiziario. I fatti che hanno portato alla repentina inversione di marcia, però, sono concentrati in un mese. E vale la pena ripercorrerli. La Toscana, al pari delle altre regioni, avrebbe dovuto presentare il cosiddetto piano di dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2026/27, basato su un contingente complessivo di 450 dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi, entro il 31 ottobre di quest’anno, ossia ieri, e soprattutto un mese in anticipo rispetto alla scadenza del passato solitamente fissata a fine novembre. Non è un dettaglio per due motivi.

Punto primo: su questo punto la Regione ha presentato ricorso alla Corte costituzionale che ha fissato l’udienza per il 18 novembre; punto secondo: l’attesa del verdetto del giudice costituzionale, è il motivo principale per cui, il 29 settembre la giunta regionale ha deliberato all’unanimità di «procedere alla sospensione del procedimento di definizione degli istituti» da accorpare «sino alla risoluzione del contenzioso costituzionale». Detto in altri termini: ha sospeso l’attuazione degli accorpamenti in attesa del verdetto giudiziario, peraltro il secondo della Corte costituzionale sulla materia degli accorpamenti (il primo era stato negativo ed era arrivato dopo un verdetto dello stesso segno da parte del Tar del Lazio).

Il Miur

La replica del Miur, però, è stata durissima. Nella forma e anche nella sostanza. Appena rieletto, infatti, il governatore Giani si è ritrovato sul tavolo una lettera, firmata dai capi dipartimento del ministero Palumbo e Minnella che diceva tre cose. Numero uno: «La delibera risulta chiaramente in contrasto con le disposizioni statali del Pnrr riferita alla riorganizzazione del sistema scolastico». Numero due: «Si avverte che tutti i danni subiti o subendi, anche in sede erariale, a causa e in conseguenza del mancato tempestivo dimensionamento della rete scolastica, saranno a carico di codesto ente regionale». Traduzione dal burocratese: rischiate una condanna per danno erariale. Il terzo punto è una richiesta, quasi ovvia, ma per niente lieve: «Si resta in attesa dell’annullamento della delibera e dei conseguenti aggiornamenti».

E ora?

Parole, scritte nero su bianco, che il presidente Giani ha preso decisamente sul serio. Tanto che, dopo un approfondito confronto con l’avvocatura regionale, si è arrivati alla delibera di Giunta del 27 ottobre, anch’essa votata all’unanimità. Quella dell’inversione a “U” sul tema degli accorpamenti. Il documento, infatti, «delibera di annullare le disposizioni previste dalla deliberazione 1455/2025 (quella del 29 settembre, ndr) in materia di accorpamenti e fusioni di istituzioni scolastiche» e di «procedere alla definizione degli istituti scolastici cui attribuire in via esclusiva il contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi». Sostanzialmente, sono quelli da accorpare. E ora? La Regione ha chiesto una deroga al Ministero fino al 30 novembre e affidato il compito di individuare gli istituti scolastici da accorpare alle amministrazioni provinciali interessate. Per farlo hanno tempo fino al 22 novembre.

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