Giorgia Meloni, i pro-Pal, i tanti comizi: a Firenze ingorgo elettorale e città blindata
Droni, elicotteri e 800 agenti (con tiratori scelti sui tetti) in più per presidiare le piazze vicine
FIRENZE. Firenze oggi, venerdì 10 ottobre, si prepara a una giornata ad alta tensione. Quattro comizi elettorali, una contromanifestazione per la Palestina e l’arrivo dei tre leader del centrodestra concentrano oggi nel cuore della città il punto più delicato della campagna elettorale per le Regionali.
Maxi sicurezza
Cassonetti sigillati, check-point ai varchi, telecamere e droni accesi sulle piazze, un elicottero pronto a sorvolare l’area di San Lorenzo dove arriverà la premier Giorgia Meloni. E, secondo fonti investigative, anche tiratori scelti posizionati sui tetti: scatteranno misure pari a quelle che furono messe in campo per la visita del presidente Sergio Mattarella o per quella di papa Francesco.
La città sarà blindata per ventiquattro ore: la Questura ha chiesto rinforzi per 600-800 agenti, con l’arrivo di reparti mobili da Roma, Bologna e Genova. Pattuglie, Digos, polizia scientifica e artificieri controlleranno i varchi d’accesso al centro storico. L’obiettivo è evitare contatti tra il corteo pro-Palestina e il comizio del centrodestra, distanti appena quattrocento metri: due piazze, due Italie, due mondi pronti a fronteggiarsi, anche se solo simbolicamente e – confidano tutti – pacificamente.
La premier
Alle 18 in piazza San Lorenzo, sul lato della basilica, saliranno sul palco Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, riuniti per sostenere Alessandro Tomasi, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione. L’area sarà chiusa già dal primo pomeriggio, con accessi contingentati, controlli ai metal detector e transenne lungo via dell’Ariento. L’intera zona sarà dichiarata «area di massima sicurezza».
I Pro Pal
In piazza Indipendenza, convocata alla stessa ora, si raduneranno invece centri sociali, studenti e collettivi pro-Palestina, sotto le sigle Usb Firenze, Cpa Sud e Giovani Palestinesi. Il percorso del corteo fino a ieri pomeriggio non era stato ancora definito: un’incognita che ha preoccupato i vertici dell’ordine pubblico. «Situazione delicata», ammettono in Prefettura. Ieri si è tenuto un Cosp straordinario presieduto dalla sindaca Sara Funaro, che ha chiesto ufficialmente «rinforzi da Roma e attenzione particolare per Firenze».
Cosa teme il Comune
Il Comune teme infiltrazioni e disordini. L’assessore alla sicurezza Andrea Giorgio polemizza: «Il ministro Piantedosi è venuto, ha parlato di sicurezza, ma non ha detto quando arriveranno i nuovi agenti promessi. Dopo tre anni, siamo ancora in attesa». Sullo stesso tono anche Irene Galletti (M5S): «Il governo pensa alle passerelle elettorali ma dovrebbe preoccuparsi della sicurezza dei cittadini». Dalla parte opposta, il candidato Tomasi prova a stemperare: «Mi dispiace per chi manifesta solo contro. Noi vogliamo chiudere la campagna nel segno del rispetto e della democrazia». Ma il rischio di tensioni resta alto. I reparti mobili presidieranno le vie di collegamento tra piazza Indipendenza e San Lorenzo, mentre droni e telecamere seguiranno i flussi in tempo reale.
Il pomeriggio sarà anche un banco di prova per l’immagine della città: Firenze blindata come non accadeva da anni, commercianti preoccupati per i disagi e residenti invitati a evitare il centro.
E il centrosinistra?
Sul fronte politico, il centrosinistra chiude diviso. Eugenio Giani, governatore uscente e candidato alla riconferma, non è riuscito a ottenere la piazza unitaria che auspicava. La segretaria dem Elly Schlein e il presidente Pd Stefano Bonaccini hanno chiuso con lui ieri sera al teatro Cartiere Carrara.
Oggi, mentre Meloni sarà in San Lorenzo, Giani parteciperà all’evento “Insieme per la Toscana del futuro” al teatro Niccolini, organizzato da Dario Nardella e Sara Funaro, con i sindaci di Roma, Bologna e Perugia. Poco dopo incontrerà Matteo Renzi all’iniziativa di Casa Riformista in piazza Strozzi. E alla fine, non senza l’irritazione dei dirigenti dem, Giuseppe Conte si vedrà con Giani. Non alle Murate ma prima, alle 16, a Scandicci, in occasione della fiera cittadina. «Vivremo un momento popolare insieme», ha confermato Giani.
Conte, da parte sua, ha cercato di evitare polemiche: «Programmi diversi, ma l’obiettivo comune è difendere la Toscana dai tagli del governo». Giani ha ribadito che «la chiusura diffusa» è una scelta, non una divisione: «Meglio quattro piazze che una foto che porti male».
Firenze intanto si prepara al giorno più complesso di questa campagna. Quattro comizi, un corteo e una città intera trasformata in zona di sicurezza. Intanto la rettrice Alessandra Petrucci ribadisce l’impegno dell’ateneo per la pace e il dialogo, ma condanna le occupazioni dei plessi universitari definite «violazioni della legalità». Ricorda che il Senato accademico ha approvato a larga maggioranza una mozione che impegna Unifi a valutare gli accordi con atenei israeliani nel rispetto dei diritti fondamentali e della convivenza civile.
