“Giungla” Autovelox: cosa cambia con la nuova piattaforma, i tempi e i casi in Toscana
Comuni, Province e Regione hanno 60 giorni per dichiarare gli strumenti omologati: nell’attesa le nuove norme spingono a “spegnerli”. Cosa significa
Funziona o non funziona? È attivo o non è attivo? E, da 18 mesi a questa parte: è omologato o non è omologato?
Ogni automobilista si è trovato davanti al “dilemma autovelox” almeno una volta nella vita. Il caos regna sovrano da quando, un anno e mezzo fa, la Cassazione ha dichiarato illegittime le multe fatte con strumenti non omologati. Il governo è corso ai ripari, predisponendo una piattaforma dove ogni Regione, Provincia e Comune deve registrare marca e modello degli autovelox installati sulle proprie strade.
«Se entro 60 giorni non dovessero essere inseriti sulla piattaforma teoricamente la loro assenza è un elemento ostativo per la legittimità della contravvenzione», spiega Luca Mascaro, dirigente dell’Area 3 della Prefettura di Livorno. Insomma, se gli autovelox non sono omologati, su quel registro non ci possono stare. E non possono continuare a funzionare, e a multare. «La piattaforma sarà accessibile ai cittadini che potranno consultarla in nome della trasparenza», spiega ancora Mascaro.
Le registrazioni sono partite il 30 settembre e gli enti hanno 60 giorni di tempo per trasmettere i dati. Il 30 novembre, insomma, sarà la resa dei conti. Ma cosa c’è da aspettarsi in Toscana?
Partiamo dallo status quo: non esiste un registro ufficiale aggiornato di dove siano gli autovelox fissi, né per la Toscana, né per il resto del Paese. Sul sito nazionale della Polizia stradale, alla pagina “Autovelox e tutor: dove sono?” è aggiornato l’elenco delle postazioni mobili. Non lo sono, invece, i due elenchi delle postazioni fisse, in autostrada e sulla viabilità ordinaria, che risalgono al 26 settembre 2021. Nell’elenco della viabilità ordinaria la Toscana non è neanche menzionata.
In autostrada
Ufficiale è invece l’elenco degli autovelox fissi in autostrada. Sono nove: sulla A1 Milano-Napoli all’altezza di Bagno a Ripoli e di Civitella in Val di Chiana; sulla A11 a Serravalle Pistoiese; sulla A12 tra Livorno e Rosignano nel comune di Rosignano Marittimo (sono due); sulla A1, nei due sensi, tra Monte San Savino e Valdichiana e tra Chiusi e Valdichiana; sulla A11 tra Prato ovest e Prato est e tra Prato ovest e Pistoia e tra Montecatini e Pistoia.
Nel resto del territorio è impossibile avere il quadro ufficiale. Il calcolo empirico restituisce una ventina di autovelox a Firenze città, una dozzina sulla Fi-Pi-Li, altrettanti in provincia di Livorno e in provincia di Lucca (di cui due, temutissimi, sull’Aurelia a Pietrasanta), 7 a Prato, un paio a Pisa, 5 nel Grossetano. Ma quanti funzionano?
Le nuove regole sull’omologazione spingono gli enti a manovre correttive oppure alla cautela. Com’è successo a Viareggio, dove di alcuni autovelox in zone 30 è rimasto solo il casottino arancione dopo l’abolizione di questi strumenti in zone dove la velocità è sotto i 40 Km orari. O a Pietrasanta, dove l’autovelox di Vallecchia funziona, ma l’invio delle multe è stato congelato in attesa che lo strumento sia omologato. O a Castiglione della Pescaia, dove il Comune ha installato 4 autovelox sulla strada per Follonica, i primi in assoluto da queste parti, che non sono operativi. «Le postazioni sono autorizzate e a norma», spiega l’assessore Federico Mazzarello, riferendosi ai casottini arancioni. Però lo strumento che calcola la velocità e scatta la foto è uno solo, da spostare ora nell’uno ora nell’altro casottino. E poi non è omologato. «È però autorizzato» precisa Mazzarello.
Qui, come altrove, insomma, per il momento non resta che affidarsi all’effetto dissuasivo che anche il solo casottino incute in chi è al volante. Funziona, come ha dimostrato una recente ricerca dell’Università di Firenze. E salva il portafoglio.