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Turismo in Toscana: e se facessimo Natale al mare? De-stagionalizzazione, cosa ne pensano il professore e il balneare

di Francesca Ferri

	Mare d'inverno: l'iniziativa di qualche anno fa a Marina di Carrara (foto d'archivio)
Mare d'inverno: l'iniziativa di qualche anno fa a Marina di Carrara (foto d'archivio)

Da novembre ad aprile il 20% delle presenze: tra i balneari a Follonica c'è chi ha già annunciato che rimarrà aperto per le festività natalizie

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A fronte di una stagione estiva che non è stata troppo brillante dal punto di vista del turismo, non resta che scommettere sulla de-stagionalizzazione. È l’approccio che sta emergendo in modo sempre più concreto tra gli operatori turistici della costa toscana, all’alba della stagione autunnale e in attesa di riaprire gli ombrelloni a giugno.

Un concetto non nuovo, quello della destagionalizzazione del turismo, recepito l’anno scorso dalla Regione Toscana che, con il nuovo Testo unico sul turismo (la legge regionale 61/2024), ha introdotto – tra le altre cose – la possibilità per chi ha uno stabilimento balneare di restare aperto, almeno con il bar, il ristorante o le eventuali strutture sportive (le cosiddette attività accessorie rispetto alla balenazione), anche a estate conclusa. Ne hanno approfittato ad esempio in Maremma, a Follonica, dove tra i balneari c’è già chi ha annunciato che resterà aperto a Natale.

Ma basterà una norma per convincere i turisti a venire sulla costa a a gennaio? Prima di tutto i dati. Nel 2024 i pernottamenti nei mesi di bassa stagione, vale a dire a novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo e aprile, hanno rappresentato il 20,6% dei pernottamenti annuali, 9,4 milioni su 45,7, che salgono al 27% se si aggiungono le 3 milioni di presenze di ottobre. L’anno precedente il dato è di poco più alto: 22,9%, pari a 10,5 milioni su 45,8 (fonte: Settore Servizi Digitali e Integrazione Dati, Ufficio regionale di statistica, su dati Istat, derivati dalla “Rilevazione statistica del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”). Va precisato che i numeri si riferiscono all’intera regione, comprese le città d’arte, dove autunno e primavera non sono affatto bassa stagione.

«La bassa stagione va dal 2 novembre a Pasqua», spiega Roberto Guiggiani, professore di Evoluzione dei mercati turistici alla Fondazione Campus di Lucca. In tutto «sono 20 fine settimana». Come fare, sulla costa, a riempirli di turisti?

«Prima di tutto, va bene destagionalizzare, ma senza illusioni: non si può pretendere di avere gli stessi numeri che d’estate», avverte Guiggiani.

Secondo: occorre che le attività ricettive siano aperte. «Le attività aperte rispetto ai canonici mesi estivi sono sempre di più, non è una novità di quest’anno», spiega Simone Guerrini, presidente regionale Fiba Confesercenti per la Toscana, balneare a Marina di Grosseto. «Certo, se stai aperto per rimettere le spese, lasci stare. È comunque una scelta legata al bel tempo. Ma non solo. In alcune zone della Toscana ci sono alberghi e strutture ricettive che possono lavorare con turisti stranieri, ed è più sempliceper uno stabilimento stare aperto. Le zone dove ci sono soprattutto seconde case, come a Grosseto, è più difficile».

C’è però un fattore che riesce a calamitare i turisti: lo sport. «Penso all’Elba, con tutte le iniziative per riempire il tempo morto, dal Triathlon al Rallye proprio in questi giorni. Ma sono tante le parti d’Italia che ospitano campionati di pallamano o beach tennis con strutture fisse in spiaggia. Eventi che portano persone nuove. Certo serve poi che le amministrazioni impongano alle attività di stare aperte perché non puoi far venire turisti e poi far trovare loro attività chiuse perché dopo l’estate te ne sei andato in ferie. Occorre una visione».

Conferma Guiggiani: «Esperienze pluriennali ci dicono che gli eventi sono il modo più semplice e meno costoso per destagionalizzare il turismo. E gli eventi sportivi sono i più semplici perché si rivolgono a community specifiche: i maratoneti, gli appassionti di ciclismo... Penso a Siena con la Gran Fondo Strade Bianche a marzo. O Pisa con la maratona a dicembre che attira persone da tutto il mondo. Ma per estensione, tutti gli eventi funzionano, basta guardare a cosa è riuscita a fare Arezzo inventandosi i mercatini di Natale, o Viareggio con il Carnevale. Se la costa vuole destagionalizzare il turismo, deve trovare qualcosa che non riguardi l’aspetto spiaggia-mare».

Di sicuro la regola è: niente improvvisazione. «Arezzo lavora dai anni ai mercatini di Natale, Pisa lo stesso con la maratona. C’è un lavoro organizzativo di affinamento del prodotto e di comunicazione importante. Funzionano poco, invece, i cartelloni invernali, sono una somma di debolezze che insieme non ha forza».


 

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