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Forte dei Marmi, incidente mortale: in Appello sentenza ribaltata sulla morte di un 23enne

di Pietro Barghigiani

	La Yaris su cui viaggiava il 23enne
La Yaris su cui viaggiava il 23enne

La Corte d’Appello ribalta l’assoluzione del Tribunale di Lucca sull’incidente del 2018. A Michele Santucci un anno e 8 mesi per lo schianto che costò la vita a un 23enne

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FORTE DEI MARMI. L’assoluzione del Tribunale di Lucca viene ribaltata in appello. E l’imputato uscito indenne dal processo di primo grado per omicidio stradale, a Firenze viene condannato a un anno e 8 mesi (concessa la condizionale) con la sospensione della patente per un anno.

I giudici di secondo grado, dopo aver disposto la rinnovazione testimoniale e una nuova istruttoria, come richiesto nei rispettivi ricorsi da Procura (pm Antonio Mariotti) e parti civili, sono giunti alla conclusione che la responsabilità dell’incidente mortale in cui perse la vita Francesco Silvestri, 23 anni, di Seravezza, nel maggio 2018 sul viale Italico, va addebitata a Michele Santucci, 26 anni, di Forte dei Marmi, neopatentato all’epoca dell’incidente. Era lui alla guida della Clio gialla che finì contro la Yaris della vittima. Un’invasione di carreggiata fatale che la Corte d’Appello ha attribuito all’imputato. Un punto fermo a livello giudiziario, in attesa dell’eventuale ricorso in Cassazione, dopo l’assoluzione con formula dubitativa pronunciata dal Tribunale lucchese.

Lo schianto avvenne di notte, di domenica, sul lungomare tra Forte dei Marmi e Ronchi. La Yaris di Silvestri, dopo una giravolta su sé stessa, andò a infilarsi dentro la siepe del bagno Alfredo. I soccorritori accertarono il decesso sul posto.

Santucci, l’amico e una ragazza stavano tornando a casa da una serata insieme. Procedevano in direzione nord. Francesco viaggiava sulla corsia opposta. Il punto su chi dei due abbia invaso la carreggiata su cui si trovava l’altro è stato il tema del processo. Se in primo grado il mancato pieno convincimento del giudice sul comportamento di Santucci ha portato a un’assoluzione, in appello la valutazione della Corte, dopo aver di fatto ripetuto il processo, è stata opposta. Sarebbe stata la Clio a finire contro la Yaris di Silvestri e non il contrario. Di qui la condanna.

I giudici fiorentini hanno disposto anche una provvisionale di 90mila euro a favore dei familiari della vittima assistiti dagli avvocati Muriel Petrucci e Andrea Poli. I genitori, la sorella e il cognato si sono battuti fin dai primi giorni per arrivare a un giudizio che accertasse la verità di una dinamica che non li aveva convinti nell’attribuire a Silvestri la fatale invasione della carreggiata. Il racconto di Santucci e dei due testimoni in auto non è stato ritenuto credibile nel procedimento fiorentino il cui esito ha riformato in maniera radicale la prima sentenza. Entro 90 giorni le motivazioni.



 

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