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Allarme bronchioliti nei neonati, il primario di Livorno: «Un bambino su 50 finisce all’ospedale»

di Martina Trivigno

	Il primario Roberto Danieli
Il primario Roberto Danieli

Al via la campagna di immunizzazione dal 1° ottobre: ecco come fare per aderire. La nostra intervista a Roberto Danieli, direttore di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale di Livorno

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LIVORNO. È stimato che ogni anno un bambino su 50 viene ospedalizzato in seguito ad infezioni delle basse vie respiratorie dovute al virus respiratorio sinciziale e il 20 per cento di questi finisce in terapia intensiva. Per questo – spiega il direttore di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale di Livorno, Roberto Danieli – non bisogna abbassare la guardia. «È fondamentale sottoporre a profilassi i bambini per difenderli», sottolinea il primario. Anche a Livorno, come in tutta la regione, analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno, la campagna di immunizzazione inizierà il 1° ottobre e sarà rivolta ai nati dal 1° aprile di quest’anno al 30 marzo 2026 (anche non residenti o stranieri) .

Dottore, perché è così pericoloso il virus respiratorio sinciziale?

«È la principale causa di infezioni acute delle basse via respiratorie nei bambini. Ha un’incubazione di tre-cinque giorni, poi si manifestano i sintomi: rinite, febbre e tosse. Questa fase dura tre-cinque giorni, dopodiché il quadro può evolvere nella vera e propria bronchiolite con progressione anche rapida verso l’insufficienza respiratoria: respiro rapido, affannoso, con incapacità a mantenere un’adeguata ossigenazione e un’adeguata capacità di alimentarsi».

Che caratteristiche ha la bronchiolite?

«È una malattia che ha un andamento stagionale, indicativamente dal 1° ottobre al 30 marzo anche se, in genere, il picco di contagi si registra tra dicembre e gennaio. Negli anni che hanno preceduto l’inizio della campagna di profilassi (2024) abbiamo assistito a epidemie gravi sia in termini numerici che sul fronte della gravità dei sintomi: nel periodo di maggiore intensità, avevamo anche 12 bambini ricoverati in contemporanea nel nostro reparto, molti dei quali necessitavano di suppleentazione di ossigeno o erano dipendenti da un respiratore. La malattia ha una mortalità dieci volte superiore a quella dell’influenza».

La decisione di immunizzare i propri figli è volontaria, previo consenso informato, ma in seguito alla campagna di profilassi iniziata lo scorso anno avete visto dei benefici?

«I dati sono molto positivi: nell’ultimo anno, grazie alla campagna di immunizzazione, abbiamo assistito a una riduzione pari all’80, 6 per cento dei ricoveri ospedalieri, e un calo del 87 per cento dei ricoveri in terapia intensiva. Per i neonati sotto il mese di vita, che rappresentano la categoria a maggior rischio, la riduzione delle ospedalizzazioni è stata del 92, 7 per cento. Abbiamo inoltre assistito a un significativo impatto sulla riduzione della gravità delle condizioni di quei pochi pazienti che ancora contraevano la malattia».

Quali sono i numeri relativi ai contagi?

«Si calcola che, in fase epidemica, un bambino su 50 viene ricoverato dopo aver contratto la bronchiolite e il 20 per cento dei neonati contagiati dal virus finisce in terapia intensiva. Inoltre il virus lascia delle conseguenze a lungo termine: oltre la metà dei bambini che contrae la bronchiolite soffre di broncospasmo ricorrente (una contrazione anomala ed eccessiva della muscolatura liscia bronchiale, che provoca un restringimento dei bronchi, ndr) e asma. Ecco perché è così importante immunizzare i bambini».

Qual è la platea a cui si rivolge la campagna di immunizzazione che partirà anche a Livorno dal 1° ottobre prossimo?

«La profilassi è rivolta a tutti i bambini nati tra il 1° aprile 2025 e il 31 marzo 2026, indipendentemente dalla presenza di patologie concomitanti e dall’eventuale prematurità. I bambini nati tra il 1° aprile 2025 e il 30 settembre 2025 saranno quindi immunizzati a seguito di chiamata attiva nell’ambulatorio del pediatra di famiglia, mentre i bambini nati dal 1 ottobre di quest’anno al 31 marzo 2026 saranno immunizzati nei punti nascita prima della dimissione ospedaliera. Servirà il consenso dei genitori per procedere».

Che dire dell’anticorpo monoclonale?

«Dal 2022 la Toscana ha formalizzato un programma regionale per la profilassi del virus sinciziale mediante l’utilizzo di un anticorpo monoclonale (Palivizumab) che richiedeva una somministrazione mensile per un totale di 5 somministrazioni ed era rivolto solo a bambini con evidenti fattori di rischio. Dal 2024, invece, il protocollo di immunizzazione riguarda tutti i bambini indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio ed è stato aggiornato con un nuovo anticorpo monoclonale (Nirsevimab) che ha mostrato un’ottima efficacia nella prevenzione delle infezioni pediatriche da virus respiratorio sinciziale».

Come si somministra?

«Con un’iniezione intramuscolare: una dose da 50 milligrammi per i neonati fino a cinque chili e una da 100 milligrammi oltre i cinque chili. Per l’immunizzazione è sufficiente una sola iniezione».

Ci sono effetti collaterali?

«Praticamente no. Soltanto in pochissimi casi si manifestano febbricola e tumefazione nel sito di iniezione. Nel rapporto costo- beneficio questo tipo di profilassi è fortemente raccomandata».

 

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