Il Tirreno

Pisa

La tragedia

Giovanissimi morti in moto a Pisa, il padre di Leonardo: «Mio figlio non è morto per un gioco»

di Lorenzo Carducci
Il punto dell'incidente, Leonardo e Jacopo (a sinistra)
Il punto dell'incidente, Leonardo e Jacopo (a sinistra)

L’incidente nel parcheggio vicino all’Ikea. Sono stati donati gli organi di suo figlio: «Lui avrebbe voluto così»

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PISA. «Non ho idea di cosa possa essere successo, ma lo vorrò assolutamente sapere. Mi auguro, ma sono abbastanza certo, che quelle che sono state scritte finora sono solo cavolate». Per Michelangelo Renzoni, suo figlio Leonardo, 16 anni, non sarebbe morto per delle acrobazie con la moto. Al suo secondogenito e a se stesso, promette che arriverà alla verità. Che capirà come sono andate davvero le cose mercoledì (17 settembre) intorno alle 18 nel parcheggio che costeggia i cantieri navali nella zona della Darsena pisana. Il luogo dove è avvenuto il tragico scontro in moto che ha ucciso prima Jacopo Gambini, 17 anni di San Martino a Ulmiano, morto al pronto soccorso di Cisanello la sera stessa dell’incidente, e poi Leonardo Renzoni, suo figlio, la cui vita è finita ieri con l’accertamento della morte cerebrale e l’espianto degli organi.

Sì, perché i genitori Michelangelo e Giada, assieme al fratello maggiore Tommaso, di quattro anni più grande, hanno acconsentito alla donazione. E adesso grazie a Leonardo cinque persone potranno avere un organo nuovo. Un gesto d’amore che la famiglia residente a La Vettola ha fatto proprio in nome della fedeltà alla dote forse più rappresentativa del figlio, «l’altruismo». «Abbiamo deciso di donare perché abbiamo provato a immedesimarci in lui immaginando la sua volontà – dice il padre – e lui lo avrebbe sicuramente gradito. Non è mai stato geloso delle sue cose, ha sempre detto: se si può fare qualcosa per gli altri perché non farlo».

Leonardo era un grande appassionato e intenditore di moto, faceva parte come Jacopo del Moto Sbiellati Crew e alle due ruote dedicava anche la maggior parte dei contenuti che pubblicava sul suo canale youtube RenzoZone. Video nei quali spiegava le caratteristiche dei mezzi e li provava in giro con gli amici, con cui era già stato nel luogo del tragico scontro. Ma al di là di avere amici in comune, sembra che Jacopo e Leonardo (che mercoledì sera era atteso da altri coetanei in palestra) non si conoscessero così bene. «Forse di vista ma non credo» commenta Michelangelo Renzoni. Anche lui da giovane andava in moto. Da ragazzo ebbe un brutto incidente, da cui riuscì a uscire dopo qualche mese.

La perdita di Leonardo è un dolore indicibile per tutti. «Morire a nemmeno 17 anni è uno strazio – le parole di Marta Laras, compagna del nonno paterno – Leonardo era un ragazzo buono e bravo. Siamo distrutti». La polizia municipale di Pisa sta cercando di ricostruire la dinamica del tragico scontro tra i due giovani, i cui motocicli e cellulari sono sotto sequestro. Raccolte le testimonianze degli altri ragazzi presenti quella sera, i vigili si stanno concentrando sulla ricerca di filmati che abbiano ripreso l’incidente. Al setaccio ci sono sia le telecamere di sorveglianza della zona che eventuali video delle microcam sui caschi dei ragazzi, magari destinati inizialmente ai social. I funerali di Jacopo e Leonardo potranno tenersi solo dopo l’autopsia. Due giovani vite spezzate, piante da centinaia di persone che si chiedono perché.

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