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Il lutto

Giorgio Armani e la Versilia: la sua prima casa per le vacanze, la maxi donazione e l'affare del cuore

di Gabriele Buffoni

	Giorgio Armani
Giorgio Armani

Il legame tra il grandissimo stilista piacentino e Forte dei Marmi non è connesso solo alla Capannina

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FORTE DEI MARMI. L’aveva definito lui stesso «un atto d’amore». Oggi, alla luce della sua scomparsa, quelle parole di Giorgio Armani, morto a 91 anni, appaiono cariche di una dolcezza che straccia le vesti dell’uomo d’affari capace di concludere, dopo mesi di “corteggiamento”, l’accordo per il futuro acquisto della Capannina di Franceschi di Forte dei Marmi.

Raccogliendo – per una cifra che si aggira tra i 12 e i 15 milioni di euro – l’eredità di Gherardo Guidi (altro imprenditore che ha amato quella discoteca sul lungomare) e facendo suo quel locale che per quasi un secolo ha rappresentato la Versilia by night. E che, per lo stesso Armani, ha rappresentato una tappa fondamentale della sua vita: lì infatti conobbe negli anni Sessanta l’architetto Sergio Galeotti, suo storico socio e compagno di vita scomparso nel 1985.

Dal “re della notte”, morto l’ottobre scorso, al “re della moda”. Il passaggio di mano della Capannina sembrava scritto nel destino. E tutti, in Versilia, alla notizia che l’accordo sui termini per l’acquisizione era stato firmato non si sono trattenuti dall’esultare: Armani è stato visto fin da subito come l’unico, in Italia, capace di prendere per mano un monumento come la Capannina – il locale da ballo con ristorante ancora in attività più antico del mondo – e riportarlo agli antichi fasti traghettandolo nella modernità. Dopo la morte di Guidi, il timore era che la Capannina di Franceschi finisse nelle mani di un milionario parvenu, magari straniero e con in testa progetti in grado di stravolgere un pezzo di storia. Con Giorgio Armani questo rischio non era invece contemplato, perché tutti erano pronti a scommettere sul suo amore e sul legame che lo legava a questo territorio.

Fu proprio nelle sale della Capannina che l’incontro con Galeotti portò alla nascita del marchio Armani: l’allora architetto – che poi, da socio di “Re Giorgio”, si trovò a trascinare l’azienda dal punto di vista amministrativo e imprenditoriale – fu il primo a credere nelle potenzialità artistiche e stilistiche di quello che, all’epoca, era ancora un semplice designer di moda alla Rinascente. Tra i divanetti del locale si è cementificata un’unione – privata, oltre che professionale – che ha portato a una rivoluzione nel modo di vestire, non solo degli italiani ma conquistando anche Hollywood e il resto del mondo. La volontà di comprare la Capannina è la prova materiale di quanto questo luogo fosse importante per lui: una trattativa che ora porteranno presumibilmente a conclusione gli eredi.

L’accordo firmato ad agosto è vincolante alla vendita. Che non è connessa alla persona fisica di Armani ma a una delle società del Gruppo: la morte dello stilista, quindi, non ha interrotto l’iter che, secondo indiscrezioni, entro fine anno porterà alla firma dal notaio. Anche se, fino ad allora, una delle parti potrebbe anche tirarsi indietro e far saltare l’affare. Una possibilità che però oggi appare remota, e in qualche modo irrispettosa di quell’atto «d’amore» che lo stesso Armani ha voluto compiere solo pochi giorni prima di morire.

Ma il legame tra lo stilista piacentino e Forte (e, di pari passo, la Versilia) non è connesso solo alla Capannina. Qui Armani (che fu sponsor anche della locale squadra di hockey su pista) ha acquistato la sua prima casa per le vacanze, definendola sempre «un posto speciale nel mio cuore. L’ho arredata come una piccola capanna sul mare – raccontava – da allora ho aggiunto solo qualche comodità». Un altro luogo speciale, dove non a caso lo stilista ha trascorso almeno parte del lungo periodo della pandemia. Anni in cui Armani non fece mancare il suo supporto, anche economico, alla comunità versiliese: donò oltre 200mila euro all’ospedale Versilia per sostenerlo nel momento di maggiore difficoltà. Una donazione ancora oggi tangibile: permise di sostituire nell’area d’emergenza del pronto soccorso e nei reparti di Cardiologia e Rianimazione tutte le apparecchiature di monitoraggio con strumenti all’avanguardia. «Sono addolorato come tutti i fortemarmini – commenta il sindaco di Forte Bruno Murzi – è assurdo, sembra quasi che poco prima di morire abbia coronato i suoi sogni, con l’acquisto della Capannina. Perdiamo come italiani un grande uomo e come fortemarmini una persona che è sempre stata attaccata al paese, che gli ha voluto bene, che ha apprezzato Forte e che avrebbe potuto fare ancora grandi cose». 

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