La Nazionale ritira l’invito per il portiere di 13 anni picchiato dal padre di un avversario: il motivo del dietrofront
Ora per il giovanissimo portiere si apre una fase diversa, segnata dalla necessità di riflettere su quanto accaduto e di ricominciare lontano dai riflettori
Un gesto di vicinanza che si è trasformato in un caso delicato. Quando Gigio Donnarumma aveva accolto a Coverciano il giovane portiere del Volpiano Pianese, reduce da un grave infortunio in campo, nessuno immaginava che le immagini della rissa di Collegno sarebbero presto diventate centrali nel giudizio sportivo. Oggi, dopo la decisione del giudice sportivo, l’invito per il tredicenne è stato annullato: troppo pesante, secondo la Federcalcio, la macchia di un episodio definito ufficialmente “evento spregevole”.
L’incoraggiamento degli ex campioni
Al ragazzo erano giunti messaggi importanti. Gianluigi Buffon, oggi capodelegazione della Nazionale, lo aveva chiamato personalmente: «Non mollare, siamo con te», parole che avevano commosso la famiglia. Anche Dino Zoff aveva espresso pubblicamente il suo sostegno, sottolineando la necessità di non lasciare solo un giovane finito in ospedale in circostanze così traumatiche.
La sentenza e la svolta
Le successive ricostruzioni, però, hanno cambiato il quadro. Secondo la giustizia sportiva, Thomas avrebbe colpito un avversario già a terra durante la rissa scoppiata sul campo di Collegno. Una condotta che ha portato a una squalifica di un anno, cancellando la possibilità di partecipare all’esperienza con gli Azzurri e spegnendo sul nascere la vetrina mediatica che si era accesa su di lui.
Un futuro da ricostruire
Ora per il giovanissimo portiere si apre una fase diversa, segnata dalla necessità di riflettere su quanto accaduto e di ricominciare lontano dai riflettori. La speranza di molti – da Buffon a Zoff, fino agli stessi tecnici del club – è che Thomas possa trasformare questo stop in una lezione di crescita personale e sportiva, recuperando passo dopo passo il suo sogno calcistico.