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Giorgio Armani e l’ultimo gesto d’amore in Toscana prima di morire: il suo rifugio personale al Sapore di Sale


	Giorgio Armani e La Capannina
Giorgio Armani e La Capannina

Il re della moda è morto a 91 anni: ha voluto acquistare la Capannina di Franceschi, in Versilia, a cui è legato da un incontro speciale

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Nel cuore della Versilia si è chiuso a fine agosto un capitolo lungo quasi un secolo ed è iniziata una nuova stagione all'insegna del glamour e del fashion style italiano nel mondo. La leggendaria Capannina di Franceschi, simbolo irripetibile di eleganza balneare e mondanità italiana, ha cambiato volto. E lo ha fatto con un gesto che è molto più di un'operazione commerciale: «è un atto d'amore». Giorgio Armani , morto a 91 anni giovedì 4 settembre, ha acquistato lo storico locale fondato nel 1929, in un ultimo “atto d'amore” che segnato la fine dell'era Guidi e l'avvio di un nuovo corso. La Maison ha acquisito la proprietà dagli eredi di Gherardo Guidi, che con la moglie Carla ha gestito il locale negli ultimi 48 anni.

Il legame di Armani

Per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, «rifugio personale e luogo di vacanza, questa acquisizione rappresenta un gesto affettivo, un ritorno alle origini - lì negli anni Sessanta conobbe il suo amico e socio Sergio Galeotti - e un tributo alla tradizione italiana», come ha dichiarato lo stilista.

Le origini

Per La Capannina tutto ebbe inizio da un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria laddove la pineta incontra la sabbia fine e i tramonti versiliesi scolpiscono ricordi dorati. L'imprenditore Achille Franceschi trasformò un vecchio capanno sulla spiaggia in un ritrovo per signori: un banco bar, un grammofono a manovella, tavolini da carte e una vista sul mare che da sola bastava a inebriare. Era il 1929 e, senza saperlo, stava nascendo un mito.

Gli anni d’oro

La Capannina si fece subito icona, richiamando aristocratici, poeti e intellettuali: dai Rucellai agli Sforza, da Montale a Ungaretti, fino a Carlo Levi ed Enrico Pea. Ricostruita nel 1939 dopo un incendio, la struttura è rimasta pressoché intatta da allora, custode fedele di un'estetica senza tempo.

Il boom economico

Dagli anni del boom economico in poi, La Capannina divenne il salotto buono dell'Italia che cresceva, amava, si mostrava. Un rifugio per l'élite industriale, politica e culturale, ma anche palcoscenico per nuove star: dai versi in musica di Gino Paoli e Bruno Lauzi, alle voci indimenticabili di Ray Charles, Grace Jones e Ornella Vanoni.

L’era Guidi

Nel 1977 l’imprenditore Gherardo Guidi e sua moglie Carla rilevano la Capannina, dando inizio a una delle gestioni più longeve e carismatiche della nightlife italiana. Con visione e passione, Guidi seppe unire il rispetto per la tradizione a una capacità innata di leggere lo spirito del tempo.

Tradizione e spettacolo

Sotto la sua guida, il locale si trasforma in un crocevia imprescindibile tra passato e presente: cabaret e varietà, pop e glamour, revival e innovazione. Fu qui che Jerry Calà divenne leggenda, dove la commedia balneare degli anni Ottanta trovò il suo set naturale nel film "Sapore di mare" dei fratelli Vanzina, e dove la leggerezza estiva si fece narrazione collettiva.

Un simbolo intatto

«Non abbiamo mai voluto cambiare il nome, né modificare la struttura interna», raccontava Guidi nel 2019. «Per noi è sempre stata, è e rimarrà La Capannina di Franceschi».

L’annuncio ufficiale

L'annuncio ufficiale dell'acquisizione è arrivato il 27 agosto scorso dalla Maison Armani. E, sebbene le voci si rincorressero da mesi, con smentite e silenzi riservati, la conferma ha avuto il sapore di un passaggio epocale.

L’incontro del destino

Non è solo un nuovo proprietario a entrare in scena: è l’uomo che, proprio a Forte dei Marmi e proprio alla Capannina 60 anni fa conobbe Sergio Galeotti, l'amico, l'architetto e il socio con cui avrebbe fondato l'impero Giorgio Armani.

Un legame profondo

Alla Capannina, nel 1966, il futuro iconico stilista conobbe Sergio Galeotti di Pietrasanta, il comune confinante con Forte dei Marmi. Galeotti è stato una persona importante per la storia dell'azienda Armani: guidò il settore finanziario e gli aspetti amministrativi della società. Morì il 14 agosto 1985.

Le parole di Armani

«Questa acquisizione è un ritorno personale e simbolico alle mie radici - ha confidato Giorgio Armani - È un tributo alla cultura italiana, alla bellezza senza tempo e al luogo che ha segnato un momento cruciale della mia vita».

La nuova gestione

La gestione targata Armani inizierà ufficialmente nell'estate 2026. E, conoscendo lo stile dello stilista, sarà un'evoluzione che coniuga rispetto e visione, eleganza e sobrietà, tradizione e contemporaneità.

Un passaggio delicato

Con la scomparsa di Gherardo Guidi nell'ottobre del 2023, qualcosa si era già incrinato. Il suo carisma, la sua mano visibile in ogni dettaglio, la sua capacità di interpretare i sogni della Versilia e restituirli sotto forma di serate indimenticabili, non erano sostituibili. La famiglia, segnata dal lutto, aveva fatto capire che la fase successiva sarebbe stata delicata.

Passaggio di testimone

E ora, quel passaggio si compie. Ma non è un addio, è un passaggio di testimone. Giorgio Armani, con la sua storia personale intrecciata a quella della Capannina, è forse l'unico nome capace di proiettare questo luogo mitico nel futuro senza tradirne lo spirito.

L’operazione

Nessuna cifra ufficiale è stata diffusa sul costo dell'operazione. Secondo indiscrezioni raccolte dall'Adnkronos e non confermate, la proprietà potrebbe essere passata di mano tra i 12 e i 15 milioni di euro.

Un mito italiano

La Capannina non è solo un locale. È una pagina viva della storia d'Italia. È il luogo dove si è scritto il romanzo leggero, ma profondissimo, del nostro costume. E, grazie a Giorgio Armani, quella pagina continuerà a essere scritta. In silenzio, con classe. Come un abito ben tagliato. Come un tramonto di fine agosto su Forte dei Marmi. L’acquisto della Capannina da parte di Armani quindi, andrà avanti, e verrà fatto attraverso una società del gruppo, a meno che la società non ci ripensi. Al momento, però, non c’è alcun sentore in questo senso. 

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