È morto Giorgio Armani, da commesso alla Rinascente a re della moda italiana
Addio allo storico stilista: il re della moda italiana aveva 91 anni. L’azienda: «Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni». Dalla prima collezione a Firenze al successo planetario. Funerali in forma privata
MILANO. È morto Giorgio Armani. Aveva 91 anni. Lo annuncia la stessa casa di moda da lui fondata: «Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani».
Da commesso a grande stilista
Nato a Piacenza, parte dal gradino più basso, come tanti suoi coetanei, il giovane Giorgio: commesso alla Rinascente di Milano. Ma non passa inosservato e Nino Cerruti lo chiama a disegnare la moda del marchio Hitman. Da quel momento non smette più di creare moda: nel 1974 nasce la linea di abbigliamento in pelle Armani by Sicons e l'anno dopo, insieme all'allora compagno di vita Sergio Galeotti, fonda l'azienda che porta il suo nome e porta la sua produzione e il suo stile in tutto il mondo.
L’ultimo affare in Toscana
Pochi giorni fa lo stilista aveva concluso l’acquisto della Capannina di Forte dei Marmi: il re della moda italiana era molto legato alla Toscana, in particolare alla Versilia.
Il ricordo dell’azienda
«Il Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire. Negli anni, Giorgio Armani ha creato una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza. Lo ha guidato un’inesauribile curiosità, l’attenzione per il presente e le persone. In questo percorso ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti. Sempre attento alle esigenze della comunità, si è impegnato su molti fronti, soprattutto verso la sua amata Milano».
La nota prosegue: «La Giorgio Armani è una azienda con cinquant'anni di storia, cresciuta con emozione e con pazienza. Giorgio Armani ha sempre fatto dell’indipendenza, di pensiero e azione, il proprio segno distintivo. L’azienda è il riflesso, oggi e sempre, di questo sentire. La famiglia e i dipendenti porteranno avanti il Gruppo nel rispetto e nella continuità di questi valori. In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore».
La prima collezione a Pitti
La sua prima collezione è del 1975, anno in cui sfila al Pitti e poi, con il compagno di vita Sergio Galeotti (che morirà a 40 anni, appena 10 anni dopo) fonda l'azienda che porta il suo nome. È negli anni Ottanta, tuttavia, che la carriera decolla a livello mondiale. Anche merito degli abiti tratteggiati per “American Gigolò, che oltreoceano gli valgono fama e gloria. Sono passati appena 7 anni dalla nascita del suo marchio e veste già Richard Gere: il successo è planetario. I suoi completi dai volumi fluidi, i pantaloni con le pinces, la nuance greige - colore che lo stilista inventa, un mix di grigio e beige, che è subito sinonimo di chic - contribuiscono a tratteggiare l'estetica dell'eleganza maschile degli anni che verranno. E poi i tessuti: dal nylon alla seta, alle texture fluide e svolazzanti.
I funerali
La camera ardente di Giorgio Armani sarà allestita a partire da sabato, 6 settembre, e sarà visitabile fino a domenica, dalle 9 alle18, a Milano, in via Bergognone 59, all’Armani-Teatro. Per espressa volontà del signor Armani, i funerali si svolgeranno in forma privata.