Mario Adinolfi si racconta: l’evento che lo ha segnato, la nuova vita dopo l’Isola e i 45 chili persi
Il giornalista e politico: «Ci si abbuffa per sofferenza, date amore a chi avete intorno per sostenerlo»
«Dopo la prima penna di Tirzepatide (quattro iniezioni) mi sono accorto che sto per perdere la fede nuziale». È così che il giornalista e politico Mario Adinolfi ha aggiornato i suoi follower sul suo stato di dimagrimento, iniziato su l’Isola dei Famosi ma proseguito anche una volta conclusa la sua esperienza in uno dei reality più seguiti della televisione.
«Dopo 45 chili persi in cento giorni, Silvia (la moglie ndr) mi ha detto: dobbiamo andare dall’orafo a farla stringere un po’. E son soddisfazioni. Todo cambia en esto mundo», ha concluso. “Tutto cambia in questo mondo”. Ed è proprio con l’ex naufrago che parleremo dei suoi cambiamenti fisici legati al dimagrimento e non solo: l’approccio alla vita, la fede, l’ultimo libro che ha cominciato a portare in giro per l’Italia e il passato che lo ha segnato, come ammette lui stesso.
La prima edizione de l’Isola dei Famosi risale al 2003, perché ha deciso di parteciparvi proprio quest’anno?
«Per molti anni ho rifiutato gli inviti a partecipare ai reality, anche a fronte di offerte economiche assai significative. Adesso avevo bisogno di un momento per riorganizzare le idee e la proposta di fare l’Isola da parte della produzione ha intercettato questa necessità».
In che modo la partecipazione all’Isola le ha cambiato la vita? Ma soprattutto, perché attendere la partecipazione a un reality per affrontare una sfida non da poco, come appunto la perdita di peso e, per di più, proseguirla anche una volta conclusa la sua esperienza da naufrago?
«Sull’Isola hai tempo per riflettere in profondità sulla tua vita. La mia è stata faticosa e piena di ferite ancora non suturate. Non sono andato sull’Isola per dimagrire, ma le riflessioni che ho compiuto sull’Isola hanno dato un senso al mio perdere peso. E allora ho dato radicalmente attuazione all’obiettivo di dimagrire».
Qual è l’episodio vissuto nel reality che ricorda con piacere, qual è invece quello che le lascia l’amaro in bocca e quello che, tuttora, la tocca emotivamente?
«Sicuramente il momento più bello è stato la gara vinta tutti insieme da noi ultimi sei naufraghi superstiti con loro cinque bendati e io che li guidavo con la voce che mi diventava sempre via via più roca, alla Giampiero Galeazzi. Deludente il comportamento dei giovani. Già nelle prime settimane in sei hanno abbandonato il programma, non reggevano le difficoltà. La loro scarsa propensione al sacrificio mi ha intristito».
A proposito di cambiamenti, la sua vita è stata stravolta dal suicidio di sua sorella, poco più che ventenne. Una vicenda che l’ha portata a trovare rifugio nel cibo, arrivando così ad aumentare fortemente di peso. Cosa sente di dire a chi sta vivendo un dolore simile? Ma soprattutto, qual è il consiglio che dà a chi sembra non trovare più alcuna soluzione, così da illudersi di reperirla in ciò che, in realtà, lede gravemente sia il corpo che la psiche?
«Farsi del male o addirittura uccidersi è un comportamento scellerato che trae origine da una mancanza di senso che la persona in questione avverte attorno a sé. Serve in questi casi un cordone di umana solidarietà che circondi il sofferente e gli faccia avvertire la pienezza dell’amore gratuito e incondizionato, a cui tutti aspiriamo».
Dopo l’Isola il rapporto col suo corpo è indubbiamente cambiato. Per quanto concerne invece il suo rapporto con la fede, la sua famiglia e i suoi affetti, come li vive rispetto a prima di questa esperienza?
«La fede si è nutrita del rapporto con la natura, il mare, le stelle, il silenzio che sull’Isola si instaura. Tutto il resto viene di conseguenza e la nostalgia per la famiglia si avverte così forte che capisci quanto conti per ciascuno di noi, certamente per me».
A proposito di fede, dal 28 luglio al 3 agosto si è svolto il Giubileo dei Giovani che ha visto milioni di ragazzi e ragazze arrivare a Roma. Qual è la sua posizione concernente l’attuale rapporto tra giovani e fede?
«Leggo articoli che parlano di una rinascita della fede cattolica tra i giovani. Il Times ha scritto che grazie alla Gen Z in Inghilterra, per la prima volta dopo 500 anni, i cattolici potrebbero essere più dei protestanti anglicani. Lo spettacolo di Tor Vergata con un milione di ragazzi insieme a papa Leone XIV ha detto che questa ripresa d’entusiasmo giovanile per la fede è reale».
Quali sono i suoi rimpianti e quali invece i suoi progetti futuri sia sotto l’aspetto personale che professionale
«Nessun rimpianto. Sui progetti futuri: il 29 agosto da L’Aquila è partito il tour nazionale di presentazione del mio ultimo libro che si intitola proprio “l’Isola”. È un testo in cui credo molto e che racchiude tutte le emozioni provate in due mesi in Honduras, anche quelle che non ho fatto trasparire in tv. Ora mi dedicherò al tour e al libro, poi si vedrà».
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