Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Elezioni regionali in Toscana, furia Calenda contro Pd e M5s: «L’accordo è un’ignobile vergogna»

di Cristiano Marcacci

	Carlo Calenda
Carlo Calenda

Azione non si presenterà alle Regionali: «Ho una faccia sola, non la baratto»

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È una furia Carlo Calenda, leader di Azione. In questa intervista rompe definitivamente ogni tipo di legame con il centrosinistra e annuncia che non correrà alle prossime elezioni regionali di metà ottobre. Per lui l’accordo sul programma firmato nei giorni scorsi da Pd e Cinque Stelle non è digeribile. «Il Terzo polo – ha scritto ieri mattina su X il segretario di Azione replicando al presidente di Italia Viva Matteo Renzi, che nella sua enews aveva aperto alle alleanze in Toscana e in Calabria con il M5s e con la sinistra radicale – ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. Siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma, non quello della Taverna».

Senatore Calenda, come commenta il caos che sta accompagnando l’apertura della campagna elettorale in Toscana?

«E lei lo chiama caos?».

Ha un’altra definizione?

«Io parlerei di una vergogna, un’assoluta vergogna. L’accordo partorito da Pd e 5Stelle è letteralmente schifoso agli occhi degli elettori e dei cittadini toscani. Si tratta dell’ennesimo schiaffo alla politica consumatosi sull’altare delle imposizioni della segretaria dem Schlein, inginocchiata di fronte al volere degli ex grillini e di Giuseppe Conte».

Lei come si comporterà?

«Molto semplice. Io non ci sto. Non ci starò. Azione non ci starà. Non posso voltare le spalle a chi mi ha votato fino a ieri sulla base di determinati punti programmatici e, improvvisamente, “sposare” l’esatto contrario. Io ho una faccia sola, e non la cambio da un’ora all’altra per una poltrona da assessore o da consigliere in una regione».

La sua è una posizione definitiva?

«Perché possa cambiare posizione deve succedere una sola cosa: il candidato Eugenio Giani deve riconoscere che l’accordo sottoscritto è ignobile e deve affermare che le cose che ci sono scritte dentro sono tutte cazzate, come ad esempio la contrarietà allo sviluppo dell’aeroporto di Firenze e il reddito di cittadinanza regionale. Dubito però che lo farà. L’appoggio del sottoscritto, però, non lo avrà».

Correrete quindi da soli?

«Penso che non correremo, non ci sono i tempi per poterlo fare. Ai nostri elettori lasceremo libertà di voto».

Così facendo, però, i voti potrebbero ugualmente andare al centrosinistra...

«Avrò poi modo di specificare che se fossi negli elettori non voterei certamente per il centrosinistra, che ha fra i propri punti di riferimento la pentastellata Paola Taverna, ovvero l’opposto di quanto noi abbiamo sostenuto e che ci ha portati in Parlamento, come la battaglia sul rigassificatore di Piombino e quella contro il reddito di cittadinanza».

Se in Toscana il percorso di avvicinamento alle elezioni registra qualche problema, le altre Regioni non stanno meglio...

«Le Regionali all’orizzonte stanno diventando delle gigantesche prese per il culo degli italiani. Alla Toscana, di cui abbiamo già detto, dobbiamo aggiungere la Campania, dove l’accordo Pd-De Luca-Cinque Stelle passa dalla “sistemazione” del figlio del governatore uscente, il Veneto, dove sulla lista Zaia si stanno scannando, e le Marche, in cui è spuntato il no ai termovalorizzatori grazie al quale il Pd ha potuto ingraziarsi Avs e Cinque Stelle. La campagna elettorale si sta riducendo a tutto questo, senza alcuna minima attenzione alle esigenze dei cittadini. È una giostra malata che lascio agli altri. Io, da questa giostra, scendo».

Torniamo al rigassificatore di Piombino. Ma lei è per mantenerlo dov’è ora anche dopo la scadenza dei tre anni?

«Sono stato tra i pochi a venire in Toscana, a Piombino, a prendermi gli insulti per la mia posizione sul rigassificatore. Che non è mai cambiata, è rimasta quella. A quel tipo di impianti non è mai accaduto un incidente, i rischi sono pari a zero, se soprattutto li confrontiamo ai liquefattori, decisamente molto più pericolosi. La battaglia contro il rigassificatore è sempre stata insensata, l’avrei capita se fosse stata impostata sulle compensazioni da ottenere e sui costi dell’energia per il territorio. In Olanda hanno recentemente acquistato quattro navi rigassificatrici e le hanno parcheggiate senza problemi. Se continuiamo a rapportarci in questo modo all’economia che cambia siamo destinati a diventare un Paese di camerieri dei cinesi».

Quindi? Il rigassificatore lo lasciamo dov’è?

«Non ho detto questo. Penso che la soluzione migliore dopo i tre anni sia quella di portarlo fuori dal porto con un collegamento mare-terra».

 

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