Pippo Baudo, l’ultima intervista al Tirreno: «A Pisa ho due medici speciali»
Il celebre conduttore è morto a 89 anni: era malato da tempo. A febbraio 2019 fu ospite a Pisa per presentare un suo libro e ringraziò i dottori che lo curarono
Pippo Baudo è morto nella serata del 16 agosto a Roma. Il celebre conduttore tv, che ha fatto la storia della televisione italiana, era malato da tempo. Di seguito pubblichiamo l’intervista rilasciata al Tirreno il 12 febbraio 2019, quando fu ospite a Pisa per presentare il suo libro "Ecco a voi. Una storia italiana”. Durante quell’incontro, oltre a ricordare aneddoti e personaggi, Pippo Baudo ringraziò anche i due medici che lo curano a Pisa: «Questa città per me è stata salvifica».
PISA. Un lungo applauso ha accolto Pippo Baudo alle Officine Garibaldi dove ieri ha presentato il suo libro “Ecco a voi. Una storia italiana” (Solferino). 288 pagine di episodi, aneddoti, programmi tv, personaggi e storie dell’Italia che cambiava con il passare degli anni. Il libro si chiude con una poesia d’amore dedicata alla Rai che gli è stata regalata dal maestro Dino Verde. Pippo Baudo, all’anagrafe Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, ha iniziato la sua carriera nei primi anni Sessanta ed è diventato uno dei conduttori televisivi più popolari della televisione italiana, legando la sua immagine alla Rai, anche se ha lavorato per alcuni periodi in Mediaset. Ha condotto numerosi varietà, tra i quali Settevoci, Canzonissima, Domenica in, Fantastico, Serata d’onore e Novecento. Inoltre detiene il record di conduzione del Festival di Sanremo: ben tredici edizioni tra il 1968 e il 2008. Ha scoperto e lanciato tante star della tv come Loretta Goggi, Heather Parisi, Lorella Cuccarini e Beppe Grillo, che ha esordito come comico proprio con Pippo Baudo nel 1977 nel gioco a quiz “Secondo voi”.
«L’ho incontrato la prima volta in un locale milanese che si chiamava “La bullona”, in corso Sempione - racconta Baudo -. Mi dissero che c’era un ragazzo che faceva il monologhista molto bene e che dovevo andare a vederlo. Arrivai davanti a quel locale, dove c’era un grande manifesto con un bel ragazzo riccioluto. A fianco di quel manifesto c’era proprio Beppe in persona, al quale chiesi quando sarebbe iniziato lo spettacolo. Lui mi rispose: “Se scendi ora, te lo faccio subito”. E fece lo spettacolo appositamente per me». Ma come è iniziata la sua carriera? «La prima volta che sono salito su un palcoscenico - ricorda Baudo - è stato per una recita scolastica, sostenevo la parte del figlio di Santa Rita. Mi è piaciuto tantissimo, e da quel momento ho solamente desiderato di tornarci». Con la sua laurea in giurisprudenza e il padre avvocato, il suo destino sembrava segnato e invece è diventato Pippo Baudo, il Pippo nazionale.
«Tra i miei ricordi più belli - dichiara al Tirreno - c’è l’arrivo a Roma per il mio debutto in tv, al quale i miei genitori non credevano affatto. Erano certi che sarei tornato a Catania. E poi la mia amicizia con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Era diventato quasi un rapporto di parentela». Con il passare degli anni l’Italia cambiava, «ma pian pianino - sottolinea -. In Italia i cambiamenti non sono mai stati rivoluzionari. Nella musica la rivoluzione fu Volare di Domenico Modugno, ispirata ad un dipinto di Chagall, e in tv il varietà “StudioUno” di Mina e il mio programma “Settevoci” che durò sei anni. E pensare che non doveva neppure andare in onda. La Rai dovette trasmettere la puntata pilota che aveva bocciato, perché era saltata una puntata del telefilm Rin Tin Tin».
Tra i tanti personaggi incontrati in sessanta anni di carriera, Baudo scrive di soubrette e presentatori, come Delia Scala, Raffaella Carrà, Mike Bongiorno e Corrado, ma anche di politici: Giulio Andreotti, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Bettino Craxi, Ciriaco De Mita e Silvio Berlusconi. E poi ci sono i comici, come Roberto Benigni, e anche gli ospiti internazionali: Sean Connery, Liza Minnelli, i Duran Duran. Nel libro non racconta le sue vicende più private. «I miei amori ed i miei figli devono restare chiusi in uno scrigno segreto - dice -. Oggi tutti mettono la loro vita in piazza sulle riviste di gossip e sui social network. Io ho raccontato solo la mia malattia e le cure che ho ricevuto a Pisa dal professor Aldo Pinchera e dal professor Paolo Miccoli. Questa città per me è stata salvifica».