L’incidente
A Vicopisano l’azienda che crema gli animali: il tariffario, le regole e... la richiesta più strana
Una delle otto nella nostra regione: non solo cani, ma anche volatili e conigli. ««In tanti vogliono conservare le ceneri. Il prezzo? È legato a un parametro»
VICOPISANO. «La richiesta più strana che ci è stata fatta? Forse la cremare un maialino thailandese». Gianluca Bianconi, 62 anni, insieme alla moglie Mery Dell’Agnello, gestisce da sei anni BluePet, azienda con sede a Vicopisano che si occupa – sono otto in Toscana – della cremazione e la sistemazione in urne «biodegradabili o di porcellana» degli animali da compagnia: cani soprattutto, ma anche conigli, pappagalli, gatti, topolini. Addirittura galline.
Senta, ha sentito della proposta di legge che consentirà in Toscana di essere tumulati con il proprio animale del cuore?
«Sì, e mi sembra una cosa positiva. In tanti quando vengono fanno richieste di questo tipo».
Cremare animali da compagnia non è un lavoro comunissimo. Voi come avete cominciato?
«Io e mia moglie non abbiamo figli, ma siamo anche noi padroni di cani. Tutto è cominciato quando è scomparso Lhasa, il nostro primo animale. Volevamo cremarlo ma ci chiesero una cifra esosa, quindi lasciammo perdere. In quel periodo lavoravamo in una azienda metalmeccanica. Quando nel 2017 ha chiuso abbiamo deciso di aprire queste attività e abbiamo avviato le procedure per avere le autorizzazioni necessarie. E sono diverse».
Tipo?
«Serve l’ok del Comune in cui l’azienda ha la sede, poi quello dell’Asl, di Arpat per via dei fumi e anche della conferenza dei servizi in Regione. Per avere tutti i permessi sono serviti quasi due anni, abbiamo aperto nel 2019».
E quanti animali cremate in un anno?
«Dipende dai periodi, comunque direi tra i duecento e i trecento l’anno. Tra l’altro i padroni che vogliono assistere possono farlo».
Per i costi invece? C’è un tariffario?
«Dipende dal peso dell’animale. Si va da un topolino che costa meno di cento euro, fino a i seicento di un cane di taglia media e i trecento di un gatto».
Ma come funziona?
«O andiamo a prendere l’animale dal veterinario, oppure ce lo portano i padroni. Poi ci sono le richieste extra».
Ad esempio?
«Qualcuno chiede di prendere l’impronta dell’animale, oppure di conservare un ciuffo di pelo. Un cliente ci ha chiesto di cremare una capretta ma di conservarne un corno. Più di frequente capita che vogliano mettere le ceneri del in quei ciondoli a forma di cuore per portare sempre con sé una parte del proprio animale da compagnia».
Pesante che questa proposta legge quando entrerà in vigore possa incrementare la vostra attività?
«Non credo che ci sarà un’impennata di richieste. C’è già chi mette l’urna del proprio cane e o del gatto nella tomba di famiglia».
Non si sta esagerando?
«No guardi, noi abbiamo il cane ed è come un figlio. Fosse per me lo metterei nello stato di famiglia. Capisco che tanti la vedono così, ma la assicuro che quando un animale muore è un vero lutto».
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