Il Tirreno

Toscana

L’operazione

Msc cede il 49% di Moby dopo l’istruttoria antitrust

di Stefano Taglione

	Una nave Moby (foto Stick)
Una nave Moby (foto Stick)

Il colosso guidato da Aponte non riconosce alcuna irregolarità. Tra gli impegni anche la rinuncia al pegno sul resto del capitale

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Msc cede le quote di Moby, la compagnia di navigazione controllata dalla famiglia Onorato che collega Livorno a Sardegna e Corsica e Piombino all’Elba. Un’uscita annunciata che arriva dopo una lunga istruttoria dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, avviata nel novembre scorso per valutare possibili condotte anticoncorrenziali. Pur non ammettendo alcuna irregolarità, il colosso guidato dall’imprenditore Gianluigi Aponte ha deciso di presentare un pacchetto di impegni che include la cessione entro fine anno del proprio 49% di Moby e la rinuncia al diritto di pegno sul restante 51% del capitale. Si tratta di una manovra importante, che prevede anche la restituzione, da parte di Moby, di quanto ancora dovuto del finanziamento da 243 milioni di euro concesso dalla stessa Msc nel dicembre del 2023. Un prestito finalizzato alla chiusura del concordato preventivo e garantito da un diritto di pegno sulla maggioranza della società, che contattata dal Tirreno non rilascia alcuna dichiarazione in merito a questa vicenda.

Il salvataggio

L’intervento di Mediterranean Shipping Company era apparso inizialmente come una mossa di salvataggio per la compagnia di Onorato, gravata da un debito pesante e alle prese con un concordato preventivo. Oltre ai crediti verso le banche, i fornitori e gli obbligazionisti, Moby doveva ancora circa 180 milioni di euro allo Stato per il mancato pagamento delle rate dovute a Tirrenia in amministrazione straordinaria. Il supporto finanziario del gruppo di Aponte era dunque sembrato cruciale per evitare il fallimento. Nel corso degli ultimi mesi l’operazione si è evoluta attraverso la cessione di alcuni traghetti – come lo Sharden e il Moby Vinci – dalla Tirrenia Cin alla Gnv – Grandi Navi Veloci, sempre nella galassia Msc – e il trasferimento della divisione rimorchiatori dei porti sardi. Tutti tasselli che anticipavano una possibile uscita di scena di Msc da Moby, ora formalizzata nei documenti trasmessi all’Agcm.

L’istruttoria

Nonostante la presentazione della proposta di uscita il processo non si è ancora concluso. L’Authority ha infatti aperto una finestra per la consultazione pubblica degli operatori di mercato ed eventuali osservazioni dovranno essere inviate entro il 16 agosto. Successivamente, le società coinvolte – Sas Shipping Agencies Services, Gnv e Moby – avranno tempo fino al 15 settembre per replicare alle osservazioni ed eventualmente modificare i propri impegni. È attesa fra gli altri la posizione del gruppo Grimaldi, diretto concorrente nelle rotte prese in esame dall’istruttoria.

Le rotte

L’Antitrust si è concentrata sulla tratte Civitavecchia-Olbia, Genova-Olbia, Genova-Porto Torres e Napoli-Palermo. Secondo l’Authority l’acquisizione di Msc di una quota significativa in Moby e il successivo finanziamento avrebbero potuto alterare le dinamiche concorrenziali, in un mercato già concentrato e con pochi operatori. L’ipotesi è che la presenza incrociata di Msc – sia come armatore attraverso Gnv, che come finanziatore attraverso Sas – potesse ridurre la pressione competitiva .

I punti dell’impegno

Nel dettaglio Sas ha formalizzato la cessione immediata del 49% di Moby senza pretendere alcun corrispettivo dall’azionista di maggioranza. In pratica Aponte rinuncia a recuperare i circa 150 milioni versati a Onorato per l’acquisto della quota e rinuncerà anche al pegno sul restante 51% del capitale, trasferendo il credito vantato verso Moby a una società terza indipendente, oppure lo annullerà, in parte o totalmente, entro la fine dell’anno. Anche Gnv ha presentato un proprio impegno: offrirà un ristoro economico ai consumatori che hanno utilizzato le rotte coinvolte nell’indagine considerate a rischio di limitazioni alla concorrenza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano

Il giallo

Detenuto trovato morto nella sezione isolamento del carcere di Prato: non è stato un suicidio

Estate