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Guerra e territori

Linea Pisa–Livorno chiusa per lavori, proteste contro l’uso militare della ferrovia: «Serve ad aumentare il trasporto di armi»

di Libero Red Dolce

	La protesta pacifista a Camp Darby
La protesta pacifista a Camp Darby

RFI motiva l’interruzione con lavori di manutenzione sulla linea; comitati e attivisti denunciano invece un potenziamento dell'infrastruttura a fini militari legati a Camp Darby

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Giorni di disagio per chi viaggia in treno tra Pisa e Livorno. Un disagio che secondo alcuni è peggiorato dal tremendo fetore della guerra. Nei giorni 10, 12, 13, 17, 18, 19 e 20 giugno la circolazione ferroviaria tra Pisa e Livorno è sospesa quotidianamente dalle 9.50 alle 12.50. La comunicazione, che risale a qualche giorno fa, è di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), che spiega come l’interruzione sia necessaria per portare a termine lavori di completamento del rinnovo degli scambi e dei binari nella zona di Tombolo. I lavori – secondo quanto dichiarato da RFI – sono proseguiti finora in orario notturno senza impattare sul traffico ferroviario, ma per esigenze tecniche devono ora proseguire durante il giorno. Gli interventi sono finalizzati a “garantire una gestione più flessibile con impatti positivi sulla regolarità della circolazione”.

La protesta: «I lavori fatti per trasportare armi»

Ma alla versione ufficiale si affianca una protesta sempre più accesa da parte di comitati antimilitaristi e attivisti del territorio. Il Comitato Antimilitarista Livornese e il gruppo Ferrovieri contro la guerra accusano infatti le autorità di “nascondere” le vere finalità dei lavori. Secondo loro, infatti, “l’ultimazione di questi scambi e questi binari, iniziati nel 2017, comporterà un incremento sostanziale del traffico di armi, esplosivi e munizioni tra la stazione ferroviaria di Tombolo, il Canale dei Navicelli e Camp Darby, il più grande arsenale USA fuori dal suolo statunitense”.

“La rete ferroviaria civile – si legge nel comunicato – viene piegata ai voleri guerrafondai della NATO, mentre gli scioperi dei lavoratori per motivi di sicurezza e salute vengono demonizzati”. Secondo i promotori della protesta, “l’interruzione del servizio pubblico ferroviario viene accettata senza discussione quando serve a facilitare la logistica militare”.

Il consigliere: «Rete logistica al servizio della guerra»

Il consigliere comunale di Pisa Ciccio Auletta ha espresso pieno sostegno alle ragioni della protesta, parlando di “una rete logistica al servizio della guerra globale”. Auletta ha denunciato “la complicità bipartisan di governi nazionali e locali nel rafforzamento della base americana” e ha ricordato come “solo il ponte girevole a Tombolo sia costato 42 milioni di euro, interamente finanziati dal governo americano ma con la partecipazione della Regione Toscana”.

Secondo il consigliere, esiste un “piano strategico di militarizzazione delle infrastrutture italiane”, sostenuto anche da un accordo tra RFI e Leonardo, mirato a “garantire la movimentazione di risorse militari, anche con breve preavviso e su larga scala, all’interno e all’esterno dell’Europa”.

La mancanza di trasparenza

Comitati e attivisti, che nei giorni scorsi si sono impegnati in volantinaggi per informare la cittadinanza, denunciano anche “l’assenza totale di trasparenza e informazione nei confronti della cittadinanza”, ribadendo il rifiuto dell’uso militare di infrastrutture civili. “Rifiutiamo che le nostre ferrovie vengano messe a disposizione dell’esercito americano”, si legge ancora nei comunicati, in cui si invita infine a partecipare alla manifestazione nazionale contro il riarmo e la guerra prevista per il 21 giugno a Roma, in concomitanza con il vertice NATO del 2025.

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