L’incidente
Perché il mare è già caldo a giugno? Il Mediterraneo oltre la soglia critica e gli eventi estremi che ci aspettano
Granchio blu, flash flood, pesci tropicali e un’acqua già a 5 gradi oltre la media: il climatologo Giulio Betti spiega come il cambiamento climatico sta trasformando il nostro mare. E perché l’estate fresca è ormai un’illusione
I primi bagni lo hanno fatto percepire a pelle, ancor prima che con il termometro: l’acqua del mare, quest’anno, non è così pungente come di norma è a giugno. Sensazioni empiriche confermate dall’osservazione scientifica. «Nel Mediterraneo occidentale, che va dal Tirreno alle coste spagnole, le temperature superficiali sono dai 3 ai 5 gradi sopra la media ora a giugno», spiega Giulio Betti, meteorologo e climatologo del Consorzio Lamma, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale, e dell’Istituto di Bioeconomia del Cnr di Firenze, autore del libro Ha sempre fatto caldo. E altre comode bugie sul riscaldamento climatico (Aboca, 2024).
Betti, quali sono le cause?
«Le temperature ormai sono cronicamente più alte del normale perché manca del tutto la massa d’aria fredda che d’inverno le abbasserebbe. Quando salto un inverno, parto da una base di temperatura alta, la trascino per tutta la primavera e d’estate c’è il colpo finale. Abbiamo saltato molti inverni e il sistema che si è inceppato».
Che effetti provoca sui fenomeni atmosferici un mare così caldo?
«Avere mari così tanto caldi, non solo il Mediterraneo ma anche l’oceano Atlantico, comporta più evaporazione di acqua. Più l’atmosfera si scalda, più vapore acqueo può trattenere. E nel momento in cui condensa, tutto l’eccesso che si è riversato in quell’area si trasforma in pioggia. Per ogni grado in più dell’atmosfera, questa può contenere fino al 7% in più di vapore acqueo. A forza di accumularne, alla prima perturbazione viene giù il mondo».
Anche d’estate?
«D’estate ci sono le cosiddette flash flad (alluvioni flash) e le grandinate. Le trombe marine sono un evento normale sulle coste italiane. Quel che è cambiato è l’intensità e la frequenza».
Granchio blu, meduse già a giugno, pesci tropicali: cos’altro dobbiamo aspettarci?
«Il Mediterraneo è formalmente un mare temperato ma si sta trasformando in un mare subtropicale, classificazione che si ha sopra i 28-29 gradi. D’inverno riusciamo a scendere sotto i 20 gradi, ma due anni fa d’estate misurava 30 gradi invece dei normali 25. In passato le specie marine si affacciavano oltre il canale e Suez e tornavano indietro perché l’acqua era troppo fredda. Ora le “barriere biogeografiche” sono saltate. Quindi non solo le specie subtropicali entrano, ma proliferano. Il pesce coniglio e il pesce scorpione stanno letteralmente invadendo il Mediterraneo».
Che estate sarà? Si batterà l’ennesimo record di caldo?
«Luglio e agosto saranno oltre norma, ma non è detto che in Italia avremo l’estate più calda, e non è quello l’aspetto importante. Ormai la probabilità di avere un’estate fresca è molto bassa. Quanto al record, non finirà mai».
Lei è uno scienziato. Non si sente frustrato davanti ai danni dell’uomo sull’ambiente?
«Finché ho persone che mi seguono e mi ascoltano, no. Il lavoro mio e dei miei colleghi è quello di far aprire gli occhi. E una grande parte della popolazione è preoccupata. Quello che è frustrante è l’inazione e il menefreghismo delle istituzioni globali».