Boom di assunzioni in Toscana (fino a luglio): i dati per provincia e perché equilibrio e benessere sono la vera sfida
Per la società Hays Italia le aziende vincenti saranno quelle attente ai bisogni del personale
In Finlandia il lavoro agile esiste dal 1996 ed è consentito fino al 50% dell’orario complessivo. In Olanda il governo offre incentivi fiscali a chi sceglie il part-time per organizzare meglio la vita privata. In Svezia la legge garantisce una settimana lavorativa massima di 40 ore e incentiva a usare le ferie per un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Molte aziende traducono questi input in azioni concrete, come l’obbligo di fare sport in orario di lavoro e garantendo la pausa caffè, che in Svezia si chiama “Fikà” ed è un’istituzione, considerata un momento di relax e condivisione per allontanare lo stress.
Meno stress, più qualità
Paesi nordici vagabondi? Niente affatto, anzi. Finlandia, Olanda, Svezia, ma anche Belgio, Germania e, uscendo dal continente, Canada, Nuova Zelanda e molti altri, fanno tesoro di quello che, dagli analisti del lavoro agli psicologi, è un dato di fatto: garantire a lavoratori e lavoratrici il giusto equilibrio tra vita e lavoro aumenta la produttività.
L’analisi di Hays Italia
Un concetto che sta faticosamente entrando anche nella testa degli imprenditori italiani, o, almeno, di alcuni di loro, stando all’analisi della società di recruiting Hays Italia. Secondo la quale l’equilibrio vita-lavoro e il benessere mentale sono tra le principali sfide che manager, imprenditori e addetti alle risorse umane dovranno affrontare nel 2025 per rendere le proprie aziende moderne e attrattive.
«Il futuro del lavoro non è solo una questione di tecnologie, ma di visione – spiega Manuela Vergano, director di Hays Italia – Nel 2025 le aziende che sapranno distinguere il talento autentico, colmare il divario di competenze e mettere al centro la persona, con il suo bisogno di flessibilità, benessere e inclusione, saranno quelle capaci di costruire un vantaggio umano prima ancora che competitivo. È il momento di investire nel potenziale delle persone: lì nasce l’innovazione più vera».
Toscana, 70,9% occupati
In Toscana il tasso di occupazione è al 70,9%, superiore alla media nazionale (62,2%), con una previsione, da maggio a luglio di quest’anno, di 109.450 nuove assunzioni (+1,6% rispetto allo stesso periodo del 2024). Molti di queste assunzioni però saranno legate al turismo e quindi poco stabili. Ecco perché la vera sfida, anche in Toscana, è quella del lavoro buono. Firenze è la provincia con il più alto numero di nuovi ingressi previsti, 28.850, seguita da Livorno (14.910), Lucca (14.360), Pisa (10.110), Grosseto (9.530), Prato (7.640), Arezzo (7.110), Siena (6.540), Massa Carrara (5.620) e Pistoia (4.790). Le province più in crescita sono Pistoia (+8,1%), Massa Carrara (+6,0%), Siena (+5,5%).
Vita privata e benessere
Hays Italia individua, tra i pilastri per l’occupazione, il bilanciamento tra vita privata e vita professionale. Secondo lo studio, senza lo smart working tre quarti dei lavoratori cercherebbero altro. Lo scorso anno il 45% dei professionisti italiani si è trovato in difficoltà nel gestire lavoro e vita privata (distanza casa-lavoro, figli e genitori anziani). Per questo lo smart working diventa fondamentale. Sempre per Hays Italia, tra le carte vincenti punta sul benessere psicologico dei dipendenti, da incentivare con consulenze, programmi di gestione dello stress, attività fisiche o sportive, programmi di mentoring o coaching, eventi sociali e di team building.
IA e altre competenze
Quanto agli strumenti del lavoro, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa è passato dal 20% nel 2023 al 43% nel 2024 a dimostrazione che l’IA è percepita non più come una minaccia ma come una risorsa. Tuttavia, avverte Hays Italia, nel 2025 la sfida sarà quella di distinguere veri esperti di IA da “pseudo-esperti”. Sempre in ambito competenze, il divario tra quelle richieste e quelle disponibili porterà nel 2025 l'85% delle aziende a investire in risorse umane destinando il 41% dei fondi alla formazione.
Più attenzione alle donne
La ricerca si chiude con una nota negativa. Il 37% dei professionisti individua nel pregiudizio di genere e nella discriminazione i principali ostacoli per le donne lavoratrici, seguito da modalità di lavoro rigide (28%) e disparità salariale (26%).
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