Il Tirreno

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Prato, bastona e cerca di soffocare la ex: l’orrore nel parcheggio e i tre passanti coraggiosi

di Paolo Nencioni

	Il parcheggio del centro commerciale
Il parcheggio del centro commerciale

Le ha chiuso la testa in un sacchetto di nylon, in carcere un 35enne

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PRATO. Ha preso a bastonate la donna con la quale aveva avuto una relazione e che non voleva più saperne di lui, poi ha tentato di soffocarla con un sacchetto di nylon, ma è stato fermato dall’intervento di tre cittadini stranieri, un egiziano, un marocchino e una donna maghrebina. Per questo un uomo di 35 anni, residente a Pistoia, è stato arrestato con le accuse di atti persecutori e lesioni gravi.

È successo martedì mattina nel parcheggio del centro commerciale Parco Prato e ne ha dato notizia ieri, sabato 24 maggio, il procuratore Luca Tescaroli.

Oggetto della furia del trentacinquenne pistoiese è stata un’insegnante pratese di 52 anni, che si trovava nel parcheggio del centro commerciale quando è stata raggiunta dall’uomo col quale in precedenza aveva avuto una relazione, ormai finita. Lui però non si è rassegnato e l’ha aggredita con un bastone, costringendola a scendere dalla sua auto nel tentativo di spingerla all’interno dell’abitacolo della propria vettura, parcheggiata lì accanto.

La scena però è stata vista dai tre stranieri, che hanno affrontato l’aggressore, nonostante quest’ultimo avesse tirato fuori un coltello, e sono riusciti a metterlo in fuga.

Sul posto sono arrivate le volanti della polizia, e subito dopo gli agenti si sono spostati al pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia, dove l’aggressore si era presentato per farsi curare delle ferite da arma da taglio che, dice, si era procurato da solo, verosimilmente col coltello mostrato nel parcheggio. I tre testimoni lo hanno riconosciuto ed è stato identificato dai poliziotti.

La donna, giudicata guaribile in dieci giorni, ha detto alla polizia che se i tre non fossero intervenuti lei era sicura che il trentacinquenne l’avrebbe uccisa. A casa dell’uomo è stato trovato il coltello da cucina usato nel parcheggio e nella sua auto gli occhiali sottratti alla vittima dell’aggressione.

La Procura in una nota sottolinea il coraggio dei tre testimoni nell’affrontare l’esagitato, «decisivo per salvare la vittima» e lo considera anche una dimostrazione della compiuta integrazione dei cittadini stranieri in Italia.

L’arresto del trentacinquenne pistoiese è scattato in seguito, come consentono le norme del cosiddetto “Codice rosso” che si applica nei casi di violenza di genere, e che consente il fermo anche quando è trascorsa la flagranza del reato. La Procura ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la custodia in carcere, dove poi il fermato verrà interrogato dallo stesso giudice.

Fino allo scorso lunedì il trentacinquenne pistoiese ha lavorato come portiere in un albergo di Campi Bisenzio e i suoi colleghi ieri sono caduti dalle nuvole. Da quattro giorni avevano perso le sue tracce e ora hanno capito perché. «Sinceramente non sapevamo che cosa gli fosse successo – racconta il collega che in questi giorni lo ha sostituito all’accoglienza – Lui lavorava qui da noi da pochi mesi e io posso solo dire che non c’è mai stato alcun problema. Una persona molto tranquilla, rispettosa, disponibile coi clienti. Insomma, per quanto mi riguarda, un pezzo di pane».

Che però martedì mattina ha perso la testa e ha rischiato di uccidere la donna che aveva troncato la relazione. Per questo l’ha seguita mentre lei andava a fare la spesa (è improbabile che si sia trattato di un incontro casuale) e al culmine dell’ennesimo litigio l’ha aggredita. Il fatto che si fosse portato dietro un bastone fa pensare che avesse brutte intenzioni già prima di incontrarla. Non si può parlare di un reato d’impeto. Al momento, come detto, lo accusano di atti persecutori e lesioni aggravate, ma nessuno può sapere che cosa sarebbe successo se fosse riuscito a farla salire in macchina e ad allontanarsi, con un coltello in macchina.

Ce l’avrebbe fatta, probabilmente, se non fossero intervenuti i tre passanti, che hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte, nonostante il trentacinquenne abbia mostrato loro anche il coltello col quale poi, al culmine dell’esasperazione, ha finito per ferirsi prima di andare al pronto soccorso.


 

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