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Il voto per il Papa

Conclave, oggi quattro votazioni: è il giorno della svolta che può "bruciare" i favoriti


	I fedeli in piazza San Pietro 
I fedeli in piazza San Pietro 

I cardinali avrebbero fretta, ma c’è da trovare l’accordo. Parolin dopo gli auguri del cardinale Re sembra il favorito, ma la piazza applaude Matteo Maria Zuppi

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CITTÀ DEL VATICANO. E oggi cosa accadrà? Quella odierna è da considerata dai principali osservatori di cose vaticane come la classica “giornata della svolta” per le sorti di questo conclave, chiamato a scegliere il successore di papa Francesco al soglio pontificio. Lo è perché sono previste in tutto quattro votazioni (due al mattino, “fumata” dalle 13, e due al pomeriggio “fumata” dalle 20 salvo elezione). 

Quattro occasioni, per contarsi e valutare se un candidato ha più possibilità rispetto ad altri di arrivare alla fatidica soglia degli 89 voti necessari per l’elezione, se è meglio far convergere i voti su altri o, ancora, se di fronte a un determinato numero di voti ottenuti non ci siano dei “passi indietro” di qualche papabile. Di sicuro è la giornata in cui possono venire “bruciati” i cosiddetti “cardinali che entrano papa”. 

Il riferimento è ovviamente a Pietro Parolin, che dopo quel “doppi auguri” sussurrato a microfono aperto dal decano Giovanni Battista Re nella messa pro eligendo pontifice di ieri è parso come il favorito. Sul suo nome, ieri, veniva accreditato un pacchetto di una cinquantina di voti, lontani dal fatidico 89, ma comunque importante. Se nelle votazioni di questa mattina non riuscirà raccogliere i voti necessari, nel pomeriggio ci potrebbe essere la decisione di convergere su altri papabili. I cardinali hanno infatti la necessità di fare comunque in fretta. Sia perché, come sussurrano in tanti, il desiderio è di tornare prima possibile alle rispettive diocesi e incombenze, ma soprattutto perchè c’è la necessità di dare al mondo un segnale che la Chiesa è comunque unita, seppur nella sue numerosissime sfaccettature e sensibilità. Soprattutto in un momento così delicato, come quello che storicamente stiamo vivendo. 

Ecco quindi che in un modo o nell’altro bisognerà convergere su un candidato. Se non Parolin, chi? I nomi sono quelli che hanno fatto capolino su quotidiani e siti specializzati in questi giorni. Per gli italiani ci sono Pierbattista Pizzaballa, Matteo Zuppi e Fernando Filoni. Tra gli stranieri il filippino Luis Antonio Tagle, l’americano Robert Francis Prevost, il marsigliese Jean Marc Aveline o il maltese Mario Grech. Nomi, come si diceva, ripetuti a lungo in queste giornate. Se avranno o meno appeal dipenderà dal numero di voti che hanno preso ieri nella prima votazione e in quelle di stamane. Di sicuro ieri in piazza si percepiva chiaramente un “preferito”. Ed è quello di Matteo Maria Zuppi, arcivesvov di Bologna, la sua comparsa sul maxi schermo durante il giuramento dei cardinali è stata accolta da un applauso fragoroso. Ma la folla, si sa, non vota.
 

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di Luca Barbieri e Federica Scintu
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