Annegato a 17 anni nel lago dell’Accesa: «Nella zona non c’è campo, così è poco sicura»
Si è tuffato con un amico, poi è sparito: «Era un nuotatore abilissimo». Ipotesi congestione. La sindaca replica alle polemiche: «Da mesi fatta la richiesta per installare un ponte radio»
MASSA MARITTIMA. Si chiamava Saber Mohamed Ahmed ed era nato il 20 dicembre 2007 in Egitto. Per lui quella di giovedì al lago dell’Accesa doveva essere una giornata per dimenticare i motivi per i quali era venuto in Italia; giovanissimo e separato dalla famiglia. La tragedia in cui ha perso la vita ha calato un velo di lutto sulla frazione di Valpiana, dove era arrivato due mesi fa, ospite della cooperativa “Solidarietà e Sviluppo” (sede principale a Bagni di Lucca), frazione che attende risposte dall’autopsia.
«Siamo distrutti», si limitano a dire gli operatori della struttura massetana; mentre Daniele Gasperi, segretario del Pci locale, torna a sollevare l’annosa polemica in merito alla sicurezza dell’area: in quel punto i telefoni hanno pochissimo “campo”, e questo potrebbe aver influito sulla tempestività dei soccorsi.
Secondo una prima ricostruzione, Saber si era allontanato dalla piattaforma che affaccia sullo specchio d’acqua insieme a un coetaneo, anche lui ospite del Centro. Qualche bracciata verso il centro del lago con l’amico, che lo precedeva in acqua e che tornando indietro non si è accorto di nulla, raccontano dalla cooperativa. Anche perché il ragazzo «era un bravo nuotatore e un grande tuffatore, tanto che lasciava tutti stupiti quando si buttava», precisano dai vertici della Solidarietà e Sviluppo, dove si è formata l’idea che Saber possa aver accusato «una congestione» che gli avrebbe impedito di chiamare aiuto mentre andava a fondo.
Le grida disperate sono state quelle degli altri, che hanno attirato l’attenzione un addetto al salvamento piombinese (all’Accesa con un amico) che si è gettato in acqua e ha portato il ragazzo a riva, dove gli ha praticato lunghissime manovre di rianimazione seguite dai ripetuti tentativi dei soccorritori. Ma niente da fare: il decesso è stato contattato poco prima delle 16. Sulla vicenda indagano i carabinieri.
E sulla vicenda interviene – appunto – il Pci che guarda anche al futuro. «Non vogliamo fare speculazione e neanche dare colpe, ma ci debbono essere delle caratteristiche ben precise e un’adeguata sicurezza e sorveglianza, così come necessita una serie di valutazioni affinché il posto sia dotato di tutti i servizi primari», premette Gasperi, che poi spiega: «Crediamo che la zona debba essere coperta da una rete di comunicazione che possa permettere di potere usare dispositivi e apparecchi mobili».
Replica la sindaca Irene Marconi: «Da mesi ci siamo mossi per individuare un punto in cui installare un ponte radio che garantisca copertura sulle sponde del lago: abbiamo avviato interlocuzioni con i proprietari delle aree individuate come adeguate per coprire l’Accesa, ma non si può “comandare in casa d’altri”. L’alternativa sarebbe un’ordinanza, ma è possibile che questa situazione apra altri scenari».
Sulle rive del lago i militari di Massa Marittima, che hanno raccolto le testimonianze dei presenti anche la mattina successiva (quella di ieri). Attraverso il mediatore culturale della cooperativa e il ministero si è poi cercato di avvisare la famiglia, riuscendo infine a contattare il padre di Saber, comprensibilmente sconvolto; non è chiaro se stia cercando di venire in Italia per abbracciare il figlio un’ultima volta.
La salma è stata infine trasportata all’obitorio dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Dalla Procura, nel frattempo, è stata disposta l’autopsia.
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