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A Marina di Bibbona il campeggio più bello d’Italia: natura, biodiversità e una quercia di 400 anni


	Il lago interno al campeggio di Marina di Bibbona
Il lago interno al campeggio di Marina di Bibbona

Premiati dal portale “campeggi.com” il contesto in cui si fa turismo, il lavoro degli addetti e l’habitat naturale. Censite oltre 3mila piante ad alto fusto per 39 specie: sul tronco anche un QrCode per conoscere la storia degli alberi

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BIBBONA. Nuovo traguardo per “Le Esperidi” di Marina di Bibbona, che ora può fregiarsi del titolo di campeggio più bello d’Italia per il contesto naturalistico in cui è collocato, per la tutela ambientale e la cura delle biodiversità. Dopo aver conseguito il marchio “Ecolabel”, attribuito dall’Unione europea per l’attenzione e il rispetto verso l’ambiente, e dopo aver ottenuto le certificazioni Iso 14001 e Iso 9001 che ne attestano la qualità, la rivista di settore campeggi.com ha infatti attribuito a “Le Esperidi” il titolo di “Natural Paradise”. Si tratta di un riconoscimento, che giunge a compimento di un percorso ultra decennale in cui la preservazione ha rappresentato il cardine fondamentale.

«Sono soddisfatto per aver ottenuto un apprezzamento a livello nazionale – commenta Umberto Mannoni, amministratore unico del campeggio – “Le Esperidi” è stata valutata come la miglior struttura per inserimento nell’ambiente, il paradiso naturale che molti ospiti ci riconoscono». La rivista Campeggi.com ha inteso premiare non solo l’eccellente contesto ambientale in cui coesistono il turismo, il lavoro degli addetti e l’habitat naturale, ma anche la posizione strategica delle Esperidi, ubicato a poca distanza dalla Macchia della Magona piena di sentieri, dai vigneti dove si producono vini blasonati e conosciuti nel mondo, nonché da centri medievali e ricchi di storia come Bibbona e Casale Marittimo. Senza dimenticare, naturalmente, Bolgheri.

Il censimento delle piante ad alto fusto, eseguito dagli agronomi Francesco Presti e Alessandro Farnesi, offre uno spaccato di quanto sia meticolosa l’attenzione per il verde: «Abbiamo georeferenziato tutti gli alberi più alti – spiega Francesco Presti – e acquisito i parametri biometrici per comprendere quanta anidride carbonica imprigionano e quanto ossigeno liberano. In più, viste le anomalie climatiche degli ultimi anni, la conoscenza del patrimonio arboreo ci consentirà di valutare il rischio e di prevenirlo con interventi mirati». Si tratta di un patrimonio straordinario. Alle Esperidi sono state censite 3.059 piante ad alto fusto per 39 specie diverse, con 938 pini domestici e 82 pini di aleppo, oltre a una quercia con 400 anni di vita. Lo stato è complessivamente più che buono, con trattamenti endoterapici sotto corteccia per evitare l’irroramento delle chiome, laddove si renda necessario intervenire. Sul tronco di molti alberi sono già visibili delle etichette con sovrimpresso un qrCode, che rimanda gli ospiti al database della pianta. Il paradiso naturale del campeggio di Marina di Bibbona ha suscitato l’interesse dell’Università Milano Bicocca, con il Dipartimento di Psicologia che ha avviato una collaborazione con “Le Esperidi”: “Il progetto “Justseparate” ha un obiettivo molto concreto: capire come promuovere comportamenti più sostenibili tra i villeggianti, a partire da qualcosa di semplice ma fondamentale come la raccolta differenziata”, spiega il professor Alessandro Gabbiadini, docente di psicologia nell’ateneo milanese e coordinatore del progetto.

Il suo team multidisciplinare è composto da 5 professori, 2 assegnisti, 6 dottorandi e dottorande, e anche due tesisti. Tutti lavorano attivamente sul campo con base in un chiosco a pochi passi dalla piazza del campeggio. Il loro impegno è finalizzato alla comprensione del comportamento umano in contesti reali, per progettare e testare interventi psicologici efficaci. Finora sono state contattate 1.100 persone, 440 delle quali hanno restituito il questionario. Il team dispone anche di visori per realtà virtuale che consentono un viaggio a ritroso, dal 1970 ai giorni nostri, simulando le crescenti difficoltà di una tartaruga marina nel trovare cibo. Un plus tecnologico che, neanche a dirlo, coinvolge soprattutto i bambini. E questo fa ben sperare per il futuro.
 

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