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L’Elba rilancia col turismo sportivo Rallye e nuove strategie di sviluppo

di Cecilia Cecchi
L’Elba rilancia col turismo sportivo  Rallye e nuove strategie di sviluppo

Tavola rotonda al Vigilanti, da Giani «una visione olimpica per il 2040»

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PORTOFERRAIO. «L’Elba è uno dei cordoni ombelicali della Toscana. Qui c’è sostanza, qui si può costruire qualcosa di grande. E se nel libro dei sogni qui ci fosse una cerimonia olimpica nel cuore del Mediterraneo nel 2040? » Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, chiude così, tra applausi e suggestioni, la tavola rotonda “L’isola della porta accanto”, ieri al Teatro dei Vigilanti. Confronto denso e appassionato con, alle spalle degli ospiti, video con immagini delle leggendarie edizioni del Rallye Elba.

Evento pensato come preludio alla 58ª edizione della competizione rallistica, domani e sabato, in 92 equipaggi il plateau di partenza, dove figurano cinque nazioni rappresentate, Estonia, Germania, Polonia, Slovenia, Slovacchia. Ben 23 gli elbani al via. Organizzata da Aci Livorno e Aci Livorno Sport, la manifestazione non è solo una sfida automobilistica, ma sempre più un evento di promozione territoriale, capace di attrarre appassionati e media. E la tavola rotonda ha messo al centro il rapporto tra turismo, sport e identità elbana, in una logica di destagionalizzazione e valorizzazione culturale. A moderare Cristiano Marcacci, vicedirettore de Il Tirreno, che ha guidato il dibattito con domande mirate.

«Il Rallye Elba strategico per questo territorio – ad aprire gli interventi, il presidente dell’Aci di Livorno, Marco Fiorillo – C’è stato un tempo in cui l’isola era ai margini delle grandi rotte turistiche e sportive. Oggi, grazie al lavoro congiunto di Prefettura, Questura e amministrazioni, possiamo dire che è pronta pure in date non semplici come quest’anno».

Dello stesso avviso Luciano Fiori, presidente di Aci Livorno Sport: «Grazie al sindaco Papi, artefice della ripartenza del Rallye Elba dopo gli anni 2000 da Porto Azzurro, il Rallye ha trovato nuova linfa. Da lì abbiamo risalito la china scalando le categorie fino al campionato nazionale e poi europeo storico. Progetto che deve fruttare. Qui l’accoglienza non manca mai. Ringrazio le istituzioni e le forze dell’ordine per l’appoggio eccezionale». Poi la parola a una leggenda del rally, Giuseppe Cerri, vincitore di 15 titoli italiani, uno europeo e tre edizioni del Rallye Elba tra gli anni’80 e’90: «Quando sono venuto la prima volta a correre qui 50 anni fa – sorride – fu amore a prima vista. All’epoca era una scommessa, tante difficoltà logistiche. Ma la situazione è cambiata: c’è organizzazione, collaborazione, consapevolezza. Il rally, se ben gestito, può davvero rilanciare un territorio. Ho visto i comuni tornare a credere nei motori: significa indotto, turismo, sviluppo economico. E soprattutto entusiasmo».

Dal sindaco di Portoferraio, Tiziano Nocentini i ringraziamenti a Giani per la presenza e per il sostegno mostrato nei momenti più critici: «La Regione – dice – è stata vicina dopo il nubifragio e nelle situazioni in cui c’era bisogno di squadra. Il Rallye – aggiunge – non è solo sport: è visibilità, economia, promozione internazionale. Portoferraio e l’Elba vivono di turismo e su questo possiamo costruire».

Numeri e prospettive affidati a Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet Toscana: «L’Elba da sola rappresenta circa il 6% del Pil turistico regionale – spiega – Gli eventi sportivi, come il Rallye o altri format, sono strumenti potenti per rafforzarne la competitività. Stiamo assistendo a un aumento dei flussi stranieri, soprattutto nelle città d’arte e pure qui, dove la spesa media dei turisti è più alta rispetto ad anni fa. Puntare solo sul turismo di lusso? Un errore: serve un’offerta ampia, che tenga conto della molteplicità dei pubblici e delle esigenze. Il vero obiettivo è la qualità, non l’esclusività».

Pensa a delineare il profilo strategico della promozione Roberto Guiggiani, docente universitario, esperto di marketing: «Dico sempre che l’Elba è una delle cinque destinazioni meglio gestite in Toscana – afferma – perché è quella che da tanti anni ha aggiunto in modo intelligente all’aspetto balneare a naturalistico tanti eventi, tra cui il Rallye, valorizzando e promuovendo il turismo all’aria aperta. Non basta creare nomi o marchi nuovi. Il brand dell’Elba è già forte, più efficace di formule come “Arcipelago Toscano”. Qui c’è identità, natura, storia, sport. Lavoriamo su questi asset per rendere il turista protagonista, non solo spettatore. L’Elba può diventare una delle destinazioni outdoor migliori d’Italia. E con l’intelligenza artificiale possiamo personalizzare l’offerta. La promozione oggi è continua, 365 giorni l’anno». Provocato da Marcacci sul tema del turismo di fascia alta, Guiggiani risponde deciso: «Il mito che i turisti di lusso portino più economia è distorto. Spesso sono i ceti medi a generare più indotto. Serve equilibrio, non rincorrere modelli come Portofino o Cortina, che funzionano solo se c’è struttura coerente alle spalle».

Nelle conclusioni Eugenio Giani omaggia il lavoro di squadra delle istituzioni elbane, citando il sindaco di Marciana Barbi e l’ex sindaco di Portoferraio Zini, presenti in sala e che con lui hanno condiviso scelte importanti: «Portoferraio, Marciana, Porto Azzurro, tutti i sette comuni dell’isola: qui una comunità viva, che lavora con dedizione. Cosmopoli medicea, l’Elba come perla della Toscana, lo dico con convinzione. Il brand non si inventa: si costruisce quando c’è sostanza. Il Rallye Elba è una delle manifestazioni sportive più longeve del paese e con un albo d’oro prestigioso. E io sogno un’Elba che possa ospitare eventi ancora più grandi, come una tappa delle Olimpiadi 2040. Possiamo farlo, con passione e visione». Punta già a promuovere meeting sportivi internazionali, dalla vela al nuoto in mare aperto, e a tenere i musei napoleonici dell’isola aperti più a lungo, mettendo a disposizione risorse regionali necessarie per una valorizzazione stabile e continua, anche fuori stagione. Poi l’affondo storico, come solo Giani sa fare: «Questa è l’isola di Carlo V re di Spagna, degli Appiani, di Cosimo I de’Medici, di Napoleone Bonaparte. Qui non c’è solo bellezza naturalistica, c’è valore culturale, identità storica. Tutto questo rende l’Elba non una meta qualsiasi, ma un laboratorio di Toscana. E su questo costruiremo il futuro». Il sipario si chiude, ma la sensazione è che il Rallye più importante sia appena cominciato: quello verso una nuova visione dell’Elba, isola della porta accanto, ma sempre più al centro del Mediterraneo e delle strategie regionali.

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