Toscana da brividi, cinque manicomi abbandonati per chi ama le escursioni ad alta tensione: dove sono e come arrivarci
La guida a cura del blogger Riccardo Franchini
Tra le dolci colline toscane, punteggiate da cipressi e vigneti, si celano luoghi che raccontano un’altra Toscana, dimenticata e inquieta. Sono gli ex ospedali psichiatrici, oggi abbandonati o parzialmente accessibili, che ancora conservano le tracce di un’epoca fatta di dolore, solitudine e a volte, incredibile creatività. Luoghi dove il silenzio pesa e ogni corridoio sembra raccontare storie che la società ha preferito dimenticare. Ecco cinque manicomi abbandonati nella guida del blogger Riccardo Franchini, che ha una pagina Facebook chiamata: Toscana Locali e Viaggi di Riccardo Franchini.
Le Ville Sbertoli di Pistoia
Situate in posizione panoramica, le Ville Sbertoli vennero trasformate in manicomio nel 1868. Oggi sono un complesso spettrale di padiglioni invasi dalla vegetazione. Camminando tra le stanze vuote si scoprono graffiti antichi, letti arrugginiti e documenti clinici sparsi: frammenti di vite sospese nel tempo. La struttura è tecnicamente chiusa al pubblico, ma resta meta di esploratori urbani attratti dalla sua aura di mistero.
Indirizzo: Via di Bigiano e Castel Bovani, Pistoia
L’ex Ospedale Psichiatrico di Volterra
Un colosso della psichiatria italiana, che un tempo ospitava fino a 6.000 pazienti. Qui nacque l’arte visionaria di Fernando Nannetti, conosciuto come NOF4, che incise sui muri del cortile chilometri di scritte e simboli. Oggi, grazie ad alcune visite guidate, è possibile percorrere le sue stanze, dove la bellezza delle incisioni contrasta con la durezza della reclusione.
Indirizzo: Via di Docciola, Volterra
La Villa Medicea dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino
Alle porte di Firenze, questa residenza rinascimentale fu convertita in manicomio criminale nel XIX secolo. Un passato oscuro aleggia tra le celle vuote e le scale in rovina. Oggi chiusa e non accessibile, continua ad alimentare leggende su figure che vagano nelle notti senza luna.
Indirizzo: Via Ambrogiana, Montelupo Fiorentino
San Salvi a Firenze
Un tempo definito il “villaggio della follia”, San Salvi rappresenta un caso unico: parte dei suoi padiglioni sono stati recuperati e dedicati ad attività culturali, mentre altri giacciono ancora abbandonati. Passeggiare tra le sue strade significa confrontarsi con il passato recente della psichiatria italiana, tra memoria e abbandono.
Indirizzo: Via di San Salvi, Firenze
L’ex Manicomio di Maggiano a Lucca
Tra i più antichi manicomi del Paese, Maggiano è legato al nome dello psichiatra-scrittore Mario Tobino. La struttura è oggi visitabile tramite la Fondazione a lui dedicata (Fondazione Mario Tobino, ndr). Qui, il peso della storia si avverte soprattutto nei silenzi che riempiono gli spazi vuoti, come se le voci di un tempo fossero pronte a emergere da un momento all’altro.
Indirizzo: Via di Maggiano, Lucca
Un patrimonio fragile da rispettare
Questi luoghi non sono semplici mete turistiche. Sono cicatrici architettoniche che portano ancora impressi i segni di un passato complesso. Chi sceglie di visitarli dovrebbe farlo con consapevolezza e rispetto, evitando incursioni solitarie e privilegiando visite guidate quando possibili. Non si tratta solo di fotografare il decadimento, ma di ascoltare ciò che questi edifici dimenticati hanno ancora da raccontare.