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Papa Francesco, dalla benedizione di Pasqua all'ictus fatale: le ultime ore di Bergoglio tra resistenza, fede e umanità 

di Federico Lazzotti
Papa Francesco, dalla benedizione di Pasqua all'ictus fatale: le ultime ore di Bergoglio tra resistenza, fede e umanità 

La fine del pontefice come una parabola, un messaggio pontentissimo che chiude dodici anni intesi, spesi per la «rivoluzione della misericordia», dove al centro ci sono gli ultimi, le minoranze, i dimenticati

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Roma Le ultime ore di Papa Francesco come la più forte parabola contemporanea di fede e umanità, cristianità e resistenza, amore e sacrificio. Il Pontefice-uomo che celebra la resurrezione di Gesù nonostante il dolore fisico e i tremori del corpo; conclude la benedizione di Pasqua con un filo di voce in quello che passerà alla Storia come il discorso di addio, dedicato alla pace nel mondo. «In questo giorno – è uno dei passaggi chiave – vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio». Poi, con ulteriori difficoltà, sale sulla papa-mobile e fa il giro più grande e lungo possibile, sorride ai bambini e si tuffa in mezzo alla folla come se volesse sfiorare e salutare tutte le anime radunate in piazza San Pietro. Meno di 24 ore dopo il fisico dell’Uomo-pontefice cede, provato dagli anni, dagli sforzi degli ultimi mesi, dal peso del tempo, forse anche dalla fatica del giorno precedente: lascia il mondo terreno e torna alla casa del Padre.

Dentro alla Pasqua del Papa chiamato «a Roma dalla fine del mondo», c’è molto del pontificato di Bergoglio: dodici anni intesi, spesi per la «rivoluzione della misericordia», dove al centro ci sono gli ultimi, le minoranze, i dimenticati. È anche, e soprattutto per questo approccio umano, diretto, spontaneo che da ieri mattina il mondo, anche quello non cattolico, piange la scomparsa di Francesco: lacrime, ricordi, ringraziamenti. E silenzi. A cominciare dalla sport, che ha deciso – e capita raramente – di rinviare tutti gli eventi in programma.

L’annuncio della morte di Papa Francesco, inaspettato visti gli impegni pubblici degli ultimi giorni, lo ha dato Card. Farrell: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle 7, 35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».

È stata la Santa Sede a ricostruire le ultime ore di Francesco. Secondo fonti vaticane, dopo una «notte tranquilla», Bergoglio si sarebbe svegliato intorno alle sei. Alle 7 ha avuto un malore. Mezz’ora dopo, esattamente alle 7, 35 è stato comunicato il decesso causato da «un ictus sopravvenuto nell’ambito di un grave problema cardiocircolatorio». Il fisico di Bergoglio, che avrebbe compiuto 89 anni il prossimo 17 dicembre, era già provato dalle infezioni respiratorie che ne avevano causato il ricovero, tra febbraio e marzo, al Policlinico Gemelli. Le tre crisi legate alla polmonite bilaterale avevano messo in dubbio la possibilità di ripresa, erano anche circolate voci preoccupanti su un possibile recupero. Invece, un mese fa, erano arrivate le dimissioni, ma con diverse prescrizioni: la ventilazione assistita e il consiglio di restare isolato. Ma il Pontefice ha sempre detto che non avrebbe trascorso questo periodo lontano dai suoi impegni. E così è stato: c’è stata la sorpresa di Bergoglio tra i fedeli, i colloqui non negati a re Carlo e, appena due giorni fa, domenica, l’incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance. Forse troppo, anche per un uomo così generoso. Che aveva chiaro il fatto che la vita terrena era ormai vicina alla fine.

È di meno di tre anni fa il testamento diffuso dal Vaticano solo ieri sera e scritto dal Papa il 29 giugno 2022, nel quale ha espresso la volontà di essere seppellito nella Basilica di San Maria Maggiore. «Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna - scrive Bergoglio - desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura. La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore». 

Poi alcune indicazioni sul luogo della sepoltura. «Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura», scrive Bergoglio. Il Papa chiede che la sua «tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus. Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Monsignor Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano. Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli», conclude Bergoglio. l
 

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