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Affitti brevi, il governo impugna la legge regionale toscana. Giani: «Convinti di aver ragione»


	La protesta del comitato Salviamo Firenze contro le keybox
La protesta del comitato Salviamo Firenze contro le keybox

L’ha deliberato il Consiglio dei ministri su proposta del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, giudicandola «in contrasto con la normativa statale ed europea»

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ROMA. «Il governo Meloni ha impugnato la legge della Regione Toscana sugli affitti brevi. Si tratta di un atto doveroso contro l’ennesimo tentativo velleitario di farsi le leggi da soli. Da parte della sinistra che governa la Toscana è una fuga in avanti di chi si dice contro l’autonomia e poi si fa le leggi in autonomia, quindi bene che sia arrivato questo provvedimento da parte del nostro esecutivo». Lo dichiara il senatore toscano di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi.

La nota di Palazzo Chigi

«Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato sedici leggi regionali e ha quindi deliberato di impugnare: la legge della Regione Toscana n. 61 del 31/12/2024, recante il “Testo unico del turismo”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di libertà di impresa, concorrenza, ordinamento civile e penale, tutela del patrimonio culturale e professioni, violano gli articoli 3, 41, 42, 117, primo comma, secondo comma lettere e), l) ed s), e terzo comma della Costituzione; la legge della Regione Toscana n. 7 del 17/01/2025 “Disposizioni correttive in materia di rifugi escursionistici e di affittacamere e bed and breakfast Modifiche alla l.r. 61/2024”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di libertà di impresa, violano gli articoli 3, 41, 42 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione». Lo si legge nel comunicato di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri di oggi.

La risposta del governatore Giani e dell’assessore Marras

«Eravamo coscienti e preparati al fatto che il governo avrebbe impugnato la legge. D'altra parte, e mai era successo prima d'ora, ben otto sono stati i ministeri che in queste settimane hanno presentato osservazioni, spesso capziose. Naturalmente siamo convinti di avere ragioni da vendere e dunque la giunta regionale, una volta letto il ricorso, si difenderà e si costituirà in giudizio presso la Corte costituzionale, partendo innanzitutto dal fatto che il turismo è una materia di competenza della Regione e che abbiamo quindi pieno titolo di legiferare secondo le esigenze del turismo». Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l'assessore al Turismo Leonardo Marras commentano così la decisione dell'esecutivo nazionale di impugnare il testo unico del turismo approvato di recente dal Consiglio regionale. «Ci saremmo aspettati - proseguono - che invece di assumere una posizione pregiudiziale sul piano politico, ci fosse stato un comportamento diverso. La legge regionale toscana innova il sistema turistico e lo colloca su un piano diverso, che guarda al futuro senza posizioni conservative o arrendevoli, come quelle di coloro che sostengono posizioni retrograde e pensano che basti mettere la testa sotto la sabbia per non sottrarsi alla necessità di governare i processi in evoluzione. Il futuro del turismo sarà sempre di più fatto di flussi in aumento, di grande condizionamento della tecnologia, della necessità di professionalizzare veramente, attraverso l'impegno delle imprese, il lavoro che deve essere sempre più sicuro, sempre meno povero, sempre più qualificato. La nostra legge garantisce tutto questo e ci aspettiamo che anche l'Italia si doti di strumenti di questo genere e che quindi la Consulta faccia giustizia e ci permetta di andare avanti».

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