Il caso della “gonna svolazzante”, lo stilista: «Vi spiego le regole del dress code». E indica un’attrice di riferimento
Parla Massimiliano Giornetti, direttore di Polimoda, una dei primi dieci istituti al mondo di fashion.
«Esiste ancora un galateo della moda: di fatto un insieme di buone regole da seguire se si vuole risultare impeccabili e addirittura, in particolare situazioni, credibili»: a parlare è Massimiliano Giornetti, direttore di Polimoda, una dei primi dieci istituti al mondo di fashion. Non entra nel merito dell’abbigliamento dell’assessora Nardini («non ho visto la gonna», dice) ma volentieri parla di come ci si veste, o dovrebbe vestire. Dice Giornetti, già direttore creativo di Ferragamo: «Ci sono dettami da rispettare che, certo, sono mutati del tempo, che hanno subito un’evoluzione con la società. Ma...»
Ecco “ma”. «Esistono delle regole, esistono alcuni capisaldi che definiscono delle matrici della moda che prescindono dal tempo. Sono cardini intorno al quale ruota il senso dell’eleganza, del buongusto».
C’è insomma un’etichetta che non è quella affatto cucita sul capo. «Ci sono dei limiti invalicabili: penso alla visita dal Papa. L’abito è molto coperto, chiuso nello scollo e alle maniche e sufficientemente lungo. Non si cambiano le lunghezze perché rappresentano la mancanza di frivolezza. Serve uno stile composto».
Non tutti i giorni si incontra il Papa, però. «Anche a livelli diversi c’è un rispetto morale – aggiunge il direttore del Polimoda – perché noi siamo quello che indossiamo, è il mio mantra. Attraverso quello che mettiamo inviamo un messaggio. Una gonna svolazzante davanti a un’istituzione, secondo me, non caratterizza in modo positivo un interlocutore. Ci sono per me regole da tenere che possono essere infrante ma solo in determinati contesti. E non riguarda donne o uomini: la moda non dimentichiamo che è la prima forma di comunicazione che ha abbattuto i gender».
E come ci si veste?
«Il giorno abiti con colori sobri, chiari e man mano che si va verso la sera si vanno a scurire le tonalità. Io penso che un buon completo gonna o pantalone con giacca chiara è una buona soluzione per incontrare qualunque rappresentante a livello istituzionale. La moderazione, il senso della misura applicato a quello che indossiamo, è imprescindibile. Poi si infrangono le regole in occasioni non formali. A scuola insegniamo anche questo “quando infrangere la regola”: Picasso era un accademico che poi ha saputo infrangere la regola tanto da creare il cubismo».
Per Giornetti un simbolo del buongusto è l’attrice Tilda Swinton che è «aderente a una forma che trascende i modi e i tempi ma che poi ha la capacità di interpretare un look Chanel in modo anticonformista».
Il premio «buccia di banana»? Facile. Va a Donald Trump che è «lontanissimo dall’immaginario di ciò che dovrebbe essere il presidente degli Stati Uniti».