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In Toscana si fanno meno mutui (e più lunghi), il calo supera il 30%: pesano i tassi troppo alti

di Francesco Paletti
In Toscana si fanno meno mutui (e più lunghi), il calo supera il 30%: pesano i tassi troppo alti

A dirlo sono i dati del rapporto annuale di Bankitalia: si tratta di una tendenza che riguarda tutte le classi d'età ma a essere maggiormente penalizzati sono gli “under 34”. Leggerissima ripresa nei primi mesi del 2024

13 agosto 2024
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Due miliardi e 800 milioni di euro. A tanto ammonta, al netto di surroghe e sostituzioni, l'importo complessivo dei nuovi mutui erogati in Toscana nel 2023. Una montagna di soldi, ma la cifra a tanti zeri non inganni: è oltre il 30% in meno rispetto al 2022. La verità è che, in Toscana, i nuovi prestiti per l'acquisto della casa sono crollati. E, di conseguenza, si è bruscamente fermato anche il numero complessivo di tutti i mutui concessi alle famiglie (quelli accesi per la prima volta nel 2023 e tutti gli altri erogati negli anni precedenti e ancora attivi): dal +5,9% di fine 2022, infatti, si è scesi al + 0,3% del dicembre scorso. E il trend è proseguito anche nel primo trimestre di quest'anno, con il totale dei mutui che si è fermato ad appena il +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Bankitalia

La sintesi la fa la Banca d'Italia: «Nel 2023 la domanda di prestiti da parte delle famiglie è rimasta debole, mostrando una flessione consistente soprattutto nella componente dei mutui per l'acquisto delle abitazioni», scrive nel rapporto annuale dedicato all'economia della Toscana, pubblicato a giugno e coordinato da Silvia Del Prete, economista a capo della divisione “Analisi e ricerca economica territoriale” della sede di Firenze. È da lì che arrivano i dati e le tendenze sull'andamento dei mutui nel territorio regionale, tutti in discesa, spesso anche ripida. Con l'inflazione che continua a pesare non poco sui bilanci, delle famiglie ma anche delle imprese, e l'aumento dei tassi d'interesse, i mutui, infatti, sono diventati troppo “cari”. Dice anche questo il rapporto della Banca d'Italia sulla Toscana. Nel linguaggio asettico degli economisti, ma di una chiarezza cristallina: «L'andamento dei nuovi mutui ha riflesso principalmente la minore domanda di credito delle famiglie influenzata dalla maggiore onerosità dei prestiti», scrivono gli autori.

I tassi

Ancora una volta i dati sono eloquenti: il Taeg, il tasso annuo effettivo globale, mediamente corrisposto dalle famiglie toscane sui nuovi mutui, a dicembre 2023 è arrivato al 4,5%. Da qui l'impennata dei tassi d'interesse:alla fine dell'anno scorso per i contratti a tasso fisso si è arrivati al 4,4% (dal 3,7% del 2022); per quelli a tasso variabile l'impennata è stata anche maggiore salendo fino al 4,8% (dal 3,2% di dodici mesi prima). «Il maggior costo dei mutui a tasso variabile – spiega Banca d'Italia – ha orientato la clientela verso finanziamenti a tasso predeterminato, che hanno inciso per l'83% delle stipule avvenute nell'ultimo trimestre del 2023, contro il 34% della fine dell'anno precedente». In altri termini, le famiglie hanno scelto in misura preponderante il tasso fisso, quello un po' meno svantaggioso.

La durata

Non solo i toscani fanno meno mutui, ma la durata si è allungata (quella media ha superato i 25 anni) e si è ridotto il rapporto tra il finanziamento richiesto e il valore degli immobili da acquistare (e messi a garanzia): nel 2022 era del 72,2%, dodici mesi dopo si è abbassato al 69,6%. Anche chi ha necessità di un prestito per l'acquisto di un'abitazione, insomma, cerca di attenuare il più possibile il peso dei tassi sul bilancio familiare. Gli importi Si spiega anche così l'aumento dei mutui d'importo più basso e la diminuzione di quelli di valore più elevato. In un anno, infatti, i prestiti fino a 90mila euro sono aumentati di tre punti percentuali (dal 15,1% al 18,1%) e quelli fra 90mila e 140mila euro addirittura del 3,7% (dal 39,8% al 43,5%). In discesa, invece, i mutui compresi fra 140mila e i 200mila euro, che passano dal 30,4% al 27% del totale (-3,4% in dodici mesi) e quelli di importo superiore ai 200mila che, dal 14,7% del 2022, sono scesi all' 11,4% (-3,3%).

Classi d’età

Il calo dei mutui è stato generalizzato e ha riguardato tutte le classi d'età. A pagare il dazio maggiore, però, sono stati gli “under 34”, ossia i più giovani, che sono rimasti sì la fascia d'età con la quota maggiore dei mutui attivi sul territorio regionale, ma che hanno anche visto assottigliarsi la propria percentuale: nel 2022 era del 38,8%, a dicembre scorso del 37,2%, una diminuzione significativa (pari all'1,6%) anche se inferiore a quella nazionale (-2,2%). Aumenta lievemente, invece, l'incidenza dei titolari di mutuo fra i 35 e i 44 anni e quella degli “over 44” con i primi che, in un anno, sono passati dal 31,9% al 32,7% del totale e i secondi dal 29,3% al 30,1%. Gli stranieri In un mare di segni negativi, spicca quello positivo riferito ai mutui erogati a cittadini stranieri: sono circa un quinto del totale (19,6%) contro l'80,4% di quelli concessi agli italiani. Un’incidenza molto alta, superiore sia alla media dell'Italia centrale (15,9%), che a quella nazionale (14,3%). E soprattutto in netta crescita: nel 2022, infatti, la quota spettante agli stranieri, sul totale dei mutui erogati in Toscana, si era fermata più di cinque punti più in basso (14,1%).

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