Cento euro per una giornata al mare? Nencetti (Sib): «Alla spiaggia libera spendi zero, noi balneari salviamo vite umane»
Il neo presidente regionale del sindacato dei balneari di Confcommercio e titolare del bagno Ippocampo di Cecina non concorda sul fatto che la spesa per una famiglia di quattro persone sia questa: «Sono lo Stato e i Comuni che lo rendono caro»
Alberto Nencetti, neo presidente regionale di Sib, il sindacato dei balneari di Confcommercio, e imprenditore balneare egli stesso (è titolare del bagno Ippocampo di Cecina) non concorda col fatto che una giornata al mare, per una famiglia di quattro persone che viene da una media distanza, possa costare minimo cento euro: «perché ci sono le spiagge libere – fa notare –, lì spendi zero. Proprio oggi (ieri, ndr) è venuto un signore di Cecina che non può permettersi di affittare l’ombrellone. Quindi sta alla spiaggia libera, ma per la doccia viene da noi: quella fredda la offriamo anche a chi va alla spiaggia libera, se poi vuol fare quella calda, costa cinquanta centesimi».
Ma al di là del caso specifico, quello che Nencetti, appena eletto presidente del Sib regionale, vuole far emergere è il fatto che «sono lo Stato e i Comuni che rendono il mare caro. Di per sé il mare è una delle pochissime cose in Italia che sono molto popolari: vi si possono praticare gratis una serie di sport, dal nuoto al surf e windsurf, al sub. Se vai in montagna per sciare invece paghi. Idem se vuoi giocare a tennis o a calcio. Io sono anche maestro di sci: sa quanto si paga per un’ora di lezione? 60 euro, esente Iva. Sull’attività degli stabilimenti balneari l’Iva è al 22%, su quella degli alberghi e dei ristoranti al 10; se l’Iva venisse ridotta al 10 anche per noi, i prezzi calerebbero subito».
Ma l’aspetto prevalente sul quale Nencetti pone l’accento è il ruolo dei balneari. «La nostra mission, storicamente, consiste in tre punti: pulire la spiaggia, controllare l’erosione, salvare vite umane. Pochi giorni fa, con il mio gruppo, abbiamo estratto dal mare una donna, quasi annegata. È stata rianimata, ricoverata in ospedale; è stata dimessa da poco. Io personalmente ho salvato dodici vite umane: nessun settore della montagna salva vite umane. E a fronte di tutto ciò, siamo a discutere che l’anno prossimo si vuol fare una gara per le concessioni. Possibile che il nostro know-how non venga riconosciuto? La nostra mission scavalca qualsiasi gara. Dove ci sono spiagge libere, abbandonate e senza vigilanza perché i Comuni non possono permettersela, ci sono morti annegati: come accadde l’anno scorso alle Spiagge Bianche di Vada, con tre casi di persone morte in mare».
Nencetti, lo annuncia, porterà avanti il suo impegno di presidente del Sib partendo da questi presupposti. «In Europa cosa ne sanno di come salvare vite umane? Dobbiamo riconoscere la professionalità e il merito a chi è sulle nostre spiagge da quarant’anni. Basta parlare dell’aspetto economico quando si parla di spiagge – conclude Nencetti –. La nostra mission è salvare vite umane. Quanto al mercato, si è livellato da anni. In Italia un equilibrio c’è: perché lo vogliamo rompere?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA