Il Tirreno

Toscana

La ricostruzione

Lucca, Nicola Corti è l'ennesimo morto sul lavoro: il "flottante" e quel blocco non scattato, le ipotesi sulla tragedia in fabbrica

di Gianni Parrini e Michele Masotti
Nicola Corti e l'ingresso della fabbrica di Fornaci di Barga dopo l'incidente
Nicola Corti e l'ingresso della fabbrica di Fornaci di Barga dopo l'incidente

L'incidente alla Kme di Fornaci di Barga, dove l'operaio era entrato nel 1992: lascia una figlia di 16 anni. Lo stabilimento chiuso fino a lunedì

15 maggio 2024
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FORNACI DI BARGA (LUCCA). Quello che è successo nella dinamica fatale non è ancora chiaro. Di sicuro qualcosa non ha funzionato. E l’effetto è stato quello di allungare l’elenco degli infortuni mortali in fabbrica. L’ennesima vittima del lavoro si chiama Nicola Corti, 50 anni, di Barga, entrato da neo maggiorenne nel 1992 in quella che ora è la Kme di Fornaci di Barga, leader nella produzione di rame e ottone che ha «espresso dolore per la tragedia».

L’incidente

Poco prima delle sette di sera di mercoledì 15 gennaio l’operaio, uno dei più esperti, è rimasto incastrato nel macchinario nel reparto laminatoio. Era addetto al flottante 1, il nastro che trasporta l’ottone dentro e fuori il forno di ricottura. Da ricostruire cosa sia successo e il funzionamento dei cosiddetti “cancelli”, i dispositivi dotati di fotocellule e installati sul perimetro del nastro trasportatore. Se superati dovrebbero far scattare il blocco automatico del macchinario ma in questo caso non è accaduto. A dare l’allarme è stato un collega quando ha visto Corti incastrato nel macchinario. Inutili i soccorsi e l’attivazione di Pegaso.

L’indagine

Il macchinario è stato sequestrato e la salma sarà sottoposta ad autopsia per capire le cause del decesso e accertare se possa esserci stato un malore all’origine della tragedia. Il personale della Medicina del lavoro dell’Asl ha svolto un sopralluogo durato ore, presenti anche i carabinieri.

Sciopero

L’incidente ha suscitato rabbia e indignazione tra i lavoratori dell’azienda e ha indotto i sindacati a proclamare uno sciopero per la giornata di giovedì 16 maggio. Lo stabilimento chiuso fino a lunedì: la richiesta dei sindacati è stata accolta dall’azienda.

«Il fatto ci colpisce con grande violenza e dolore – spiega Nicola Riva, segretario generale della Fiom Cgil Lucca – perché avviene in un’azienda dove tra i dipendenti diretti c’è una grande attenzione alla formazione e alla sicurezza, che però come dimostrano gli eventi, non è mai abbastanza. Nel manifestare il cordoglio alla famiglia e la solidarietà ai lavoratori, ci mettiamo a disposizione per tutto ciò che può essere utile. Come organizzazioni sindacali abbiamo fermato immediatamente le lavorazioni e proclamato lo sciopero che si protrarrà per le prossime 24 ore». Negli altri stabilimenti del gruppo Kme vengono proclamate due ore di sciopero per giovedì 16 maggio, annunciano i coordinatori nazionali Fim Fiom Uilm Michele Folloni, Massimo Braccini, Giacomo Saisi.

Chi era

Nicola Corti si era sposato nel 2008 in municipio a Barga e dall’unione con Raquel era nata una bimba ora 16enne. Poi le strade della coppia si erano separate e Nicola era tornato a vivere a Barga con la mamma Antonia Lisi, in pensione dopo anni di lavoro da ostetrica all’ospedale San Francesco. L’operaio della Kme aveva perso il padre Dario nel 2020, anche lui dipendente dell’Asl come amministrativo. Nicola era uno degli operai più esperti, uno di quelli che faceva , come si dice in gergo, da chioccia ai nuovi arrivati. Scrupoloso sul lavoro, era iscritto alla Uil che ieri lo ha ricordato con Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana, per «il suo importante impegno sindacale nella nostra organizzazione. Alla Regione Toscana – ha detto Fantappiè – chiediamo un tavolo permanente su salute e sicurezza sul lavoro.

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