Il Tirreno

Toscana

Moby prince
La novità

Moby Prince: chi è Pietro Pittalis, il presidente della commissione che può dare un nome ai responsabili del disastro


	Due momenti dell'incidente della Moby Prince a Livorno
Due momenti dell'incidente della Moby Prince a Livorno

Si è formata la nuova commissione d’inchiesta parlamentare sull’incidente al porto di Livorno dell’aprile del 1991 costato la vita a 140 persone. I familiari delle vittime ricevuti a Roma: «Siamo soddisfatti, ora dritti verso la verità»

14 marzo 2024
5 MINUTI DI LETTURA





«Oggi sappiamo che le sentenze giudiziarie sulla collisione con la petroliera Agip Abruzzo sono state palesemente

incomplete ed infondate». Vogliono chiarezza. E chiedono giustizia a distanza di 33 anni. Non hanno mai smesso di farlo dal giorno della tragedia nelle acque di Livorno. Sono le parole delle associazioni dei familiari delle vittime del disastro Moby Prince. Che nel pomeriggio di giovedì 14 marzo sono stati ascoltati a Roma, palazzo San Macuto, nel giorno dell’istituzione dalla commissione parlamentare d’inchiesta su un caso costato la vita a 140 persone. 

Il disastro

Il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis è stato eletto presidente della commissione che ha l’obiettivo di fare luce su quanto accaduto nella tragica serata del 10 aprile 1991. Quando il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo mentre usciva dal porto di Livorno per una traversata di linea verso Olbia, scatenando un vasto incendio. Nel rogo morirono 140 delle 141 persone a bordo, tra equipaggio e passeggeri. L'unico superstite fu il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Il 28 maggio 1998 la nave, posta sotto sequestro, affondò nelle acque del porto di Livorno mentre era ormeggiata alla banchina; in seguito fu recuperata per poi essere avviata alla demolizione in Turchia. Il disastro del Moby Prince, le cui cause non sono mai state del tutto chiarite, risulta, in termini di perdita di vite umane, la più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. 

Chi è Pittalis

Nato a Cherleroi, in Belgio, da genitori emigrati sardi, Pietro Pittalis è stato consigliere regionale della Sardegna dal 1994 al 2018 nelle liste di Forza Italia, ed è stato inoltre assessore regionale a Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio dal 1999 al 2004. Alle elezioni politiche del 2018 è stato eletto alla Camera dei deputati con Forza Italia nella circoscrizione Sardegna. Dal 21 giugno 2018 è membro della Commissione Giustizia della Camera e dal 20 luglio dello stesso anno ricopre il ruolo di capogruppo di Forza Italia nella Giunta per le elezioni. Dal 26 aprile 2019 è membro della Giunta per le autorizzazioni. Al 9 agosto 2022 risulta avere un indice di presenze pari all’84.80%. È stato nella XVIII legislatura relatore di tre disegni di legge e co-firmatario di 108. Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato alla Camera dei Deputati come capolista per Forza Italia nel collegio plurinominale Sardegna e viene eletto. Nella XIX legislatura è vicepresidente della seconda Commissione Giustizia. 

Gli obiettivi della commissione d’inchiesta

A richiedere l’istituzione di una commissione parlamentare – la terza, nell’arco di diversi governi – è stato proprio Pittalis, nell’ottobre del 2023. Insieme a lui Marco Simiani, deputato pisano del Partito democratico e Riccardo Ricciardi, originario di Pietrasanta e politicamente cresciuto all’ombra delle Apuane, oggi vicepresidente del Movimento 5 Stelle. Nel documento presentato alla Camera per richiedere l’istituzione della commissione sul disastro Moby Prince si leggono i punti al centro del lavoro della commissione: accertare eventuali e ulteriori responsabilità relative al disastro della nave «Moby Prince» con riferimento a strutture, apparati od organizzazioni, pubbliche o private, nonché a persone a essi appartenenti ovvero appartenute. Il riferimento espresso a ulteriori responsabilità appare spiegarsi proprio con lo svolgimento pregresso già di due inchieste parlamentari. E ancora: ricercare e valutare ulteriori e nuovi elementi che possano integrare i fatti sino a ora conosciuti ed evidenziati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince», istituita nella XVIII legislatura, con delibera della Camera dei deputati 12 maggio 2021, quali per esempio tracciati radar e rilevazioni satellitari inerenti al tratto di mare prospiciente il porto di Livorno. La commissione inoltre intende accertare, con la massima precisione, le circostanze in cui è avvenuta la collisione tra il traghetto «Moby Prince» e la petroliera «Agip Abruzzo», le comunicazioni radio intercorse tra soggetti pubblici o privati nei giorni del 10 e 11 aprile 1991, i tracciati radar e le rilevazioni satellitari di qualsiasi provenienza riguardanti il tratto di mare prospiciente il porto di Livorno durante i suddetti giorni. E quindi anche verificare i motivi del mancato coordinamento nella gestione dei soccorsi alle vittime. (Qui il documento completo con tutti gli aspetti su cui indagherà la commissione parlamentare)

Come è andato l’incontro con i familiari delle vittime

«Ci auguriamo che la commissione di inchiesta sulla strage del Moby Prince possa completare il lavoro fatto fin qui dal Parlamento e mettere la parola fine su questa tragica vicenda. Siamo a disposizione del presidente Pietro Pittalis e di tutti i commissari per portare questa battaglia fino alla fine. Ringraziamo tutti i gruppi parlamentari per questo importante risultato». Lo dicono i presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime della Moby Prince, Luchino Chessa (associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince) e Nicola Rosetti (associazione 140). «Il Parlamento ha ascoltato le richieste dei familiari delle vittime - proseguono Chessa e Rosetti - e adesso, dopo 33 anni, abbiamo la possibilità di arrivare alla verità sulle cause del più grande disastro della marineria italiana, avvenuto davanti al porto di Livorno, nel quale persero la vita 140 persone. Grazie alle due precedenti commissioni di inchiesta, che hanno fatto un ottimo lavoro in spirito bipartisan, oggi sappiamo che le sentenze giudiziarie sulla collisione con la petroliera Agip Abruzzo sono state palesemente incomplete ed infondate». I familiari delle vittime concludono: «Guardiamo con fiducia a questa commissione di inchiesta e, al contempo, ci auguriamo che il lavoro interrotto nella scorsa legislatura, a causa dello scioglimento anticipato delle Camere, venga completato. Dopo 33 anni – concludono – la Commissione presieduta da Pittalis deve mettere la parola fine su questa dolorosa vicenda; come ha scritto il presidente Mattarella nel messaggio per il trentesimo anniversario: “Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce”».

Primo piano
Il caso

Firenze, lettere minatorie ad Annalisa Savino, la preside antifascista: la procura ha aperto un fascicolo