Il Tirreno

Toscana

Bambina scomparsa Firenze
La testimonianza

«Mamma, il lupo cattivo ha preso Kata»: il racconto choc dell’amichetta della bimba

di Matteo Leoni

	A sinistra l’ex Astor, a destra il momento in cui Kata si allontana dagli amichetti
A sinistra l’ex Astor, a destra il momento in cui Kata si allontana dagli amichetti

Bambina scomparsa Firenze, intanto procede l’esame dei reperti: nessuna traccia di sangue nelle valigie, ne sono state trovate invece nella stanza 104

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FIRENZE. La testimonianza choc è della bimba di quattro anni che per ultima ha visto Kata. Era il primo pomeriggio di sabato 10 giugno, le due piccoline stavano giocando insieme nel cortile dell’ex hotel occupato. «Mamma, il lupo ha preso Kataleya», ha rivelato la bambina alla madre, che mercoledì sera ha riferito l’episodio parlando alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto”. Dunque nessun litigio, come invece era stato ricostruito in un primo momento. Quel pomeriggio la bimba corse dalla madre, nella loro camera all’Astor, e arrivando trafelata disse: «Mamma, mamma, Kataleya» afferrandosi il braccio con la mano. «Quando è venuta da me toccandosi il braccio ho pensato a un normale litigio tra bambini». La donna pensò che la figlia avesse litigato con Kata. Ma poco dopo, ha rivelato la donna, la bimba avrebbe aggiunto: «Il lupo ha preso Kataleya». La piccina potrebbe aver assistito al rapimento, avrebbe visto un uomo portare via la sua amichetta di giochi, afferrandola con violenza, per un braccio.

In questa fase delle indagini i carabinieri hanno iniziato a portare via calcinacci e rifiuti dall’Astor in vista del nuovo sopralluogo nell’edificio, che sarà in parte demolito in cerca di traccie della bimba. Intanto spunta anche una super testimone, ex dipendente dell’Astor e residente della zona, che sulle pagine de “La Repubblica” ha raccontato di aver visto una donna chiamare la piccola, che era in strada insieme al fratellino, e farla tornare dentro l’Astor, pochi minuti prima che sparisse. La donna, che non si è mai rivolta alle forze dell’ordine, sarà sentita a breve dai carabinieri, su delega della procura.
 

In base al suo racconto, a chiamare Kata sarebbe stata un’occupante dell’edificio, originaria dell’Est Europa, che avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella gestione abusiva delle camere dell’ex hotel. Mentre i carabinieri si preparano a tornare all’Astor, nelle stanze di Careggi il genetista Ugo Ricci è al lavoro per cercare tracce di dna da comparare col profilo genetico di Kata. Secondo quanto emerso, tracce di sangue sono state trovate solo in una delle tre camere finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. La numero 104. Nella stanza, al piano terra dell’edificio, Kata aveva vissuto con la mamma e il fratellino fino a due settimane prima di scomparire. Con loro anche lo zio paterno, il diciannovenne Marlon Edgar Chicllo Romero. Nei prossimi giorni il genetista confronterà il profilo genetico estrapolato con quello della bimba. Nessun traccia invece sarebbe stata trovata negli interni delle valigie, due trolley e un borsone, che si sospetta possano essere state usate per far uscire la bimba dall’ex hotel tenendola lontano da occhi indiscreti. 

 

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