Il Tirreno

Toscana

L'opinione

Ora una fase costituente della sinistra

di Vannino Chiti*
Ora  una fase costituente della sinistra

Quelli di Schlein non sono solo slogan, ecco dove Bonaccini semplifica

06 settembre 2023
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Non mi pare che l’intervista rilasciata dal presidente Stefano Bonaccini a Il Tirreno sia un attacco alla segretaria Elly Schlein come alcuni hanno interpretato. Sarebbe ingiusto qualificarla così. Mi sembra però che nella lettura di Bonaccini ci siano semplificazioni che non aiutano a realizzare quell’ampia coalizione progressista, anche per me necessaria. Il lavoro in tutte le sue forme, dipendente, autonomo, pubblico, privato deve essere posto al centro. Insieme all'attenzione ai lavoratori precari, ai disoccupati, all'attacco ai diritti e alla sicurezza sul lavoro portato avanti in alcune imprese. L'iniziativa del Pd sul salario minimo, dunque, e l'impegno contro la precarietà non sono slogan. Insieme bisogna che sia centrale il tema dell'ambiente, la consapevolezza che giustizia sociale ed ecologica sono inseparabili. Su questi temi e sulle coerenze che esigono rispetto allo sviluppo da indirizzare nei governi a tutti i livelli si gioca la credibilità della sinistra e di una coalizione progressista. Dobbiamo avere la consapevolezza che su questi temi – “dentro" non paralleli allo sviluppo – si deve molto innovare rispetto agli anni passati. Innovazione e coraggio, dove necessario, di discontinuità.

Mi pare poi un errore nella valutazione che fa Bonaccini ritenere che si possano costruire alleanze mettendo tra parentesi le questioni della pace e della guerra. Certo nelle Regioni e nei Comuni non si decide l'invio o meno di armi: ma sollecitare ad azioni di pace, di cessate il fuoco e di apertura di una trattativa per una pace giusta è indispensabile. È assente un’iniziativa di pace da parte dell'Unione europea e certo non sarà il governo della destra a sollecitare questo impegno. Ma una coalizione progressista deve farlo. Non sentire questa necessità vuol dire non avere consapevolezza del pensiero e delle speranze del popolo di sinistra. Dopodiché non ci si meravigli se l'assenteismo nel voto colpisce il Pd e se siamo sempre inchiodati al 20%.

Un'altra considerazione inascoltata nel mio partito: attenzione a non dare ancora l'immagine di divisioni nel Pd perché chi guarda a noi non ne può più. Attenzione a continuare a sostituire con le interviste un dibattito ampio, che coinvolga nel confronto e nelle scelte militanti e mondo di sinistra disperso e deluso. Le interviste sono le benvenute se accompagnano un dibattito e un coinvolgimento di chi guarda al Pd. Attenzione a non santificare le attuali correnti: sarebbe il caso di studiare la vecchia esperienza di forze socialiste e democratiche europee nelle quali le correnti si formavano in occasione dei congressi e si scioglievano dopo la loro conclusione. Restavano aree di elaborazione culturale che non si confondevano col ruolo degli organismi dirigenti e non imprigionavano in appartenenze permanenti. Mi auguro che Bonaccini abbia consapevolezza che un partito divenuto confederazione delle attuali correnti non appassiona le persone. Nella fase congressuale tutti i candidati lo hanno dichiarato: ora si tratta di farlo. Mi auguro che tutti noi si voglia aprire una grande fase costituente della sinistra e dei progressisti, così da discutere su priorità programmatiche e non rinchiuderci in orticelli fortificati, in bolle autoreferenziali che già hanno determinato sconfitte in Italia e in Toscana.

*ex presidente della Toscana ed ex ministro per le Riforme


 

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