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Cambiamenti climatici, all’Elba uno dei punti più caldi del Mediterraneo: temperature del mare fino a due gradi in più

Cambiamenti climatici, all’Elba uno dei punti più caldi del Mediterraneo: temperature del mare fino a due gradi in più

Il nuovo rapporto di Greenpeace Italia “Mare Caldo”. Nel 2022 sull’isola d'Elba registrate "anomalie termiche fino a 2 gradi in più a 10-15 metri di profondità rispetto alle medie degli anni precedenti”

08 giugno 2023
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ELBA. In Italia il mare è sempre più caldo. I cambiamenti climatici e il riscaldamento globale hanno ricadute su animali e vegetazione, tanto da mettere in pericolo alghe, pesci, coralli. Tra le aree più esposte, con temperature che arrivano a toccare fino a due gradi in più, l'Isola d'Elba rappresenta un vero e proprio hotspot del Mediterraneo (insieme con Portofino). A disegnare questo quadro 'climatico' ci pensa Greenpeace Italia, con un nuovo rapporto dedicato al progetto 'Mare caldo'. Si tratta di un progetto arrivato alla terza pubblicazione - condotta dalle ricercatrici del dipartimento di scienze della Terra, dell'ambiente e della vita (Distav) dell'università di Genova - per monitorare gli impatti della crisi climatica sui mari italiani.

Nei primi tre anni del progetto - spiega Greenpeace - sono stati analizzati oltre un milione di dati di temperatura in nove aree di studio, dove sono stati osservati diversi periodi particolarmente caldi. Le analisi dei dati relativi ai monitoraggi biologici, condotti in sette aree di studio, hanno evidenziato vari segnali riconducibili agli effetti del riscaldamento globale, oltre a cambiamenti "con ogni probabilità irreversibili". Tra giugno e settembre 2022 all'Isola d'Elba e nell'area marina protetta di Portofino sono state registrate "anomalie termiche fino a 2 gradi in più a 10-15 metri di profondità rispetto alle medie mensili degli anni precedenti". Nelle aree monitorate sono stati osservati "segni di sbiancamento e necrosi in varie specie come le gorgonie, la madrepora Cladocora caespitosa e le alghe corallinacee incrostanti, attribuibili al riscaldamento delle acque".

Poi, sempre all'Isola d'Elba e nell'area marina protetta di Capo Carbonara, si sono osservati "i maggiori impatti sulle gorgonie". In particolare a Capo Carbonara "il 50% delle colonie di gorgonie rosse hanno mostrato segni di necrosi"; e all'Isola d'Elba è "aumentata la frequenza di mortalità della madrepora Cladocora caespitosa". Inoltre sia a Capo Carbonara che a Torre Guaceto "i segni di sbancamento delle alghe corallinacee incrostanti hanno raggiunto rispettivamente percentuali preoccupanti del 65% e del 45%". Sul versante Adriatico, nell'area marina protetta di Miramare a Trieste sono stati registrati eventi "di moria di massa del mollusco bivalve Pinna nobilis". Mentre nelle aree marine protette più meridionali è stato registrato "il maggior numero di specie termofile (adattate ad acque calde), il cui potenziale aumento, unito alla diffusione di specie aliene, potrebbe portare a un impoverimento delle comunità autoctone".

"L'aumento delle temperature sta causando drammatici cambiamenti nella biodiversità marina - osserva Monica Montefalcone, ricercatrice del Seascape ecology lab del Distav - dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all'invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo". Il mare è l'anima dell'Isola d'Elba, e a questo si ispira Seif, il festival organizzato dalla Fondazione Acqua dell'Elba, in programma dal 30 giugno al 2 luglio a Marciana Marina. Dall'economia ai cambiamenti climatici all'arte e alla cultura, Seif (Sea essence international festival) - giunto alla quinta edizione - quest'anno è dedicato sì alla salvaguardia e alla valorizzazione del mare e della sua essenza ma con una luce accesa sulle 'transizioni' e sulla necessità di integrare la transizione ecologica con nuovi equilibri ambientali, economici e sociali. "E' più che mai urgente evolvere sotto ogni punto di vista, sociale, economico e ambientale - osserva il presidente della Fondazione Acqua dell'Elba, Fabio Murzi - per valorizzare e proteggere l'ecosistema marino, e per raggiungere il prima possibile gli obiettivi di sostenibilità fissati dall'Agenda 2030". 

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