Scarcerato oppositore di Putin per evitarne l’estradizione in Russia
L’uomo era stato arrestato in un hotel di Firenze perché accusato di truffa
FIRENZE. Arrestato nel capoluogo toscano perché accusato di truffa in Russia, è stato scarcerato perché l’Italia ha detto no all’estradizione. Si tratta del primo caso, almeno in Toscana, di un nemico di Putin che si è espresso apertamente contro la guerra in Ucraina, nei confronti del quale lo Stato ha deciso di annullare la cattura dopo la fine della cooperazione giudiziaria con la Russia, conseguenza del conflitto. L’uomo, difeso dagli avvocati Pier Ettore Olivetti Rason e Nino D’Avirro, ha passato una settimana nel carcere di Sollicciano prima che la corte di appello si esprimesse a suo favore.
La mattina del 22 aprile 2023 Alexander Bobovnikov, 56 anni, stava facendo tranquillamente colazione seduto a un tavolo del suo hotel, il centralissimo e lussuoso Savoy di piazza della Repubblica a Firenze, quando si è visto piombare addosso i poliziotti. Gli agenti sono arrivati dopo l’allerta scattato automaticamente in questura quando il personale dell’albergo lo ha registrato tra i clienti della struttura nel sistema “alloggiati web”. Immediatamente i poliziotti si sono attivati per catturare il presunto ricercato internazionale.
Secondo l’accusa, Bobovnikov avrebbe ottenuto 18.500.000 rubli (circa 200.000 euro) da un soggetto terzo, con la promessa di aiutarlo a ottenere un lavoro nelle agenzie governative. Secondo la Corte russa, il cinquantaseienne non avrebbe adempiuto alle promesse fatte, trattenendo il denaro ricevuto. Il mandato d’arresto è stato emesso in data 17 agosto 2022 dalla Corte di Mosca, distretto di Nikulinsky, per truffa, reato punito in Russia con una pena di dieci anni di reclusione.
Bobovnikov è cittadino russo e israeliano, residente in Israele e con passaporto israeliano (su cui era stato riportato il timbro di ingresso nella comunità europea in Germania il 19 aprile 2023). Quando è stato portato nel carcere di Sollicciano ha spiegato ai suoi legali, gli avvocati Olivetti Rason e D’Avirro, che la condanna emessa dalla Corte di Mosca era stata solo un pretesto per farlo rientrare dalla Russia, con conseguenti ritorsioni, dopo che aveva apertamente espresso la propria contrarietà alla guerra in Ucraina e dichiarato che non avrebbe pagato più le tasse in Russia, poiché le risorse sarebbero state utilizzate dal regime solo per finanziare ulteriormente il conflitto con l’Ucraina. Il 24 aprile la corte di appello di Firenze ha convalidato l’arresto, fissando per il 28 dello mese l’udienza per decidere sull’estradizione. Nel frattempo i difensori di Bobovnikov si sono subito attivati per mettere i giudici italiani a conoscenza della delicata situazione del loro assistito. Il 26 è arrivata in corte di appello una nota del ministero della Giustizia, che ha chiesto la «revoca della misura cautelare adottata nei confronti dell’estradando». L’indicazione è stata accolta dalla corte di appello, che ha disposto l’immediata scarcerazione di Bobovnikov. «A seguito dell’espulsione dal Consiglio di Europa adottata il 16 marzo 2022 la Federazione Russa ha cessato di essere altra parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell’uomo» si afferma nel documento del ministero. «Gli sviluppi della situazione di belligeranza con l’Ucraina e la diffusa violazione dei diritti umani da parte della Federazione Russa in tale contesto, aggravata dal ritiro della Federazione dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo – si legge ancora – induce a ritenere sussistente concretamente il pericolo che, in caso di accoglimento della domanda di estradizione, l’estradando possa essere assoggettato a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona, tra i quali anche il diritto di difesa».