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Pistoia è la capitale dei nomadi digitali: nella città toscana il ritrovo chi fugge da ritmi e lavori usuranti

di Tiziana Gori
Pistoia è la capitale dei nomadi digitali: nella città toscana il ritrovo chi fugge da ritmi e lavori usuranti

Molti manager stranieri l'hanno scelta. Non hanno auto, si spostano a piedi e lavorano da remoto in coworking

31 marzo 2023
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Pistoia «Tra qualche giorno accoglieremo 13 nuove famiglie. Circa 50 persone, provengono dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Messico. Abbiamo una famiglia israeliana. Stiamo allestendo gli spazi in piazza dello Spirito Santo, in pieno centro storico». Grandi uffici illuminati da una vetrata che dà sulla bella piazza sede del monumento al cardinale Forteguerri, realizzato nel 1939 grazie a un lascito del filantropo Niccolò Puccini.

Spazi ideali per il coworking dei manager che hanno sposato con entusiasmo il progetto di vita e lavoro di Boundless Life. Sono i cosiddetti nomadi digitali. «Boundless Life – spiega Jasmin Mokhlef, che cura e organizza il progetto a Pistoia – è una multinazionale con varie sedi in Europa. Accogliamo persone che non hanno bisogno di una sede fissa per lavorare. Allestiamo uffici per il coworking, troviamo una casa in cui vivere durante la loro permanenza e ci occupiamo dell’aspetto educativo dei figli».

A 300 metri da piazza dello Spirito Santo, al primo piano di un convento ottocentesco, ecco le stanze per la ludoteca dei piccoli: «Una scuola che coniuga il metodo finlandese con il metodo montessoriano». Un tipo di apprendimento altamente specializzato, afferma Mokhlef.

I primi manager stranieri sono qui da gennaio, e pernottano alla Locanda San Marco, alle porte del centro: «Hanno trasformato le camere in mini appartamenti – spiega Ilaria Nardi, la titolare –. Avevano bisogno di questo tipo di offerta perché si fermano per alcuni mesi con le loro famiglie».

Perché Pistoia? «Perché ha un centro che si percorre facilmente a piedi – spiega Alessandro Sabella, assessore al turismo –. Questi manager arrivano in Europa senza auto. Si spostano a piedi. Non è inusuale vederli, durante l’ora di pranzo, mentre si dirigono in qualche locale della Sala. Pistoia è baricentrica rispetto a Lucca, Firenze, Pisa. Prendendo bus e treni possono raggiungere facilmente le grandi città d’arte».

Sabella è entusiasta della scelta di Pistoia, non potrebbe essere altrimenti. C’è un ritorno economico che fa bene alla città: «Li ho presentati per corsi di cucina, di sommelier. Mi hanno chiesto delle nostre palestre, di centri per praticare arti marziali. L’importante, per loro, era avere una città a misura d’uomo».

Questo è il progetto di Boundless Life: un’iniziativa immobiliare originale che attira nomadi digitali e smartworker di tutto il mondo. L’idea è semplice e allo stesso tempo innovativa: si offrono alle persone luoghi belli, ricchi di storia, in cui muoversi agevolmente. A distanze minime per ridurre stress e pendolarismo, mettendo a disposizione la connessione per il coworking e organizzando per i bambini fino a 12-13 anni un’esperienza di studio alternativa.

Boundless Hospitality Corp è nata per volontà di 25 investitori di Asia, Europa e America. Il tutto con un investimento iniziale di 2,1 milioni di dollari, ma l’azienda prevede per il prossimo anno entrate pari a circa 8,6 milioni di dollari e l’apertura, entro il 2023, di sette sedi, di cui due in Italia. Tra i quattro fondatori di Boundless troviamo l’imprenditore italiano Mauro Repacci, che vanta una lunga esperienza nei settori dell’immobiliare e del turismo, e ha vissuto in prima persona l’esperienza di nomade digitale: «La Toscana – ha spiegato Repacci presentando il progetto – ha caratteristiche ideali: ha il paesaggio giusto, la gastronomia, la storia, l’arte, l’architettura». E Pistoia? «È la nostra casa-base. Sede di eventi come il Festival Blues e la Giostra dell’Orso. È ben collegata via treno. Un punto di partenza per esplorare tutto ciò che la Toscana può offrire».

L’esperienza europea di Boundless Life è partita da Sintra, in Portogallo, nel 2022, per replicare poi a Syros, in Grecia. A gennaio sono arrivati i primi smartworker a Pistoia. I soggiorni possono durare da tre a nove mesi, oppure coincidere con le vacanze, per sei settimane. E nulla vieta agli smarworker di spostarsi da una comunità all’altra della rete.

Presto in città farà tappa un nuovo gruppo di circa 50 persone: «Tredici famiglie», conferma l’assessore Sabella, che lancia un appello: «Hanno bisogno di appartamenti con due-tre camere grandi. Alcuni di loro le stanno ancora cercando. È un opportunità che invito le nostre strutture ricettive a non lasciarsi scappare»l

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