Il ritorno (con dubbi) di Victoria’s Secret
Dopo la bufera del MeToo e il crollo delle vendite il marchio tenta il rilancio
Il MeToo e le rivendicazioni sulla dignità della donna non hanno sconfitto Victoria’s Secret, o almeno, non ancora. Il 4 marzo scorso il marchio di lingerie più famoso del mondo ha annunciato che, dopo quattro anni di assenza, nel 2023 ritornerà in calendario il Victoria’s Secret Fashion Show, ovvero la passerella più attesa dell’anno.
Era il 1995 quando il proprietario di Victoria’s Secret, l’uomo d’affari americano Leslie Wexner, che aveva acquistato il brand nel 1982 per un milione di dollari, organizzò la prima sfilata. Si svolse al Plaza di New York e la modella Stephanie Seymour aprì la passerella. Fu l’inizio di un mito che per i 24 anni successivi avrebbe ridefinito su scala planetaria il concetto stesso di bellezza e di sensualità. Le modelle più famose del mondo divennero il volto e il corpo, perfetto, del marchio. Sul mercato si impose un nuovo oggetto del desiderio: l’angelo di Victoria’s Secret. Un privilegio che dal 1997 è toccato solo a 41 modelle. Tra di loro Gisele Bundchen, la super top brasiliana che nel 2000 firmò un contratto con la casa di moda da 25 milioni di dollari. Di loro Ed Razek, l’abile stratega che ha costruito il successo di Victoria’s Secret, ha sempre detto che vendono un sogno. E come una favola non può infrangersi.
Ma i numeri da record macinati dal marchio in giro per il mondo, dal 2018 hanno iniziato ad accumulare ribassi, con cento milioni di dollari persi rispetto all’anno precedente e 53 negozi chiusi negli Stati Uniti. Victoria’s Secret non incantava più. L’esplosione del MeToo prima, e l’amicizia di Wexner con Jeffrey Epstein poi, hanno fatto precipitare in picchiata la popolarità di un nome che per anni aveva dominato il mercato. L’esplosione di temi come inclusività e bellezza senza stereotipi, all’ordine del giorno tra gli argomenti di discussione della Generazione Z, quella fascia di età compresa tra gli 11 e i 25 anni, hanno aumentato ancora di più il divario tra la perfezione assoluta degli angeli e il mondo reale. Nel nuovo manifesto del marchio ci sono modelle curvy, transgender e più in linea con le nuove esigenze commerciali della nostra società. Il portavoce dell’azienda fa eco con un rinnovato impegno di sostenere le donne e loro unicità. E la critica si divide: riuscirà Victoria’s Secret a conquistare un nuovo pubblico? O fallirà rinnegando proprio il suo stesso sogno?