Il Tirreno

Toscana

Scuola2030
Lo sfogo

«I miei genitori mi hanno vietato i libri per farmi uscire, ma io amo leggere e vi spiego perché»

di Anna Nanini*
«I miei genitori mi hanno vietato i libri per farmi uscire, ma io amo leggere e vi spiego perché»

Il racconto di una studentessa di 16 anni del liceo Vallisneri di Lucca: amo leggere, amo scrivere, amo informarmi e amo alla follia immaginare un mondo fatto su misura per le persone come me

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Amo leggere, amo scrivere e amo informarmi, ma amo ancora di più immaginare.

Passo giornate intere a immaginare di vivere in un altro mondo, sogno di essere il personaggio di un libro che ho letto o di un racconto che sto scrivendo. Mi diverto a ricreare le scene che immagino in testa, a volte le disegno altre le impersono.

So che può sembrare una cosa strana; i miei genitori sono terrorizzati da questa passione, dicono che non mi porterà mai a nulla immaginare storie di fantasia o scriverle e che dovrei imparare a crescere, a fare le cose che fanno i ragazzi della mia età.

Ma è più forte di me. Mi basta un bosco, un’aula, delle scale o un parcheggio deserto per iniziare a immaginare di come un cavaliere spunti da un portale viola e mi porti a Berk per cavalcare un drago o Frodo mi chieda la via per Mordor, mentre Aragon uccide un Uruk-hai.

È parte di me, ma non mi toglie tempo allo studio o ad altre attività. Esco con i miei amici, ho una via sociale, vado a scuola e faccio i compiti. Semplicemente mentre gli altri escono il sabato sera e vanno in discoteca, io preferisco stare a casa e scrivere, buttare giù idee per una nuova storia o informarmi. Guerra, trattati, adozioni, conflitti e tante altre cose catturano la mia attenzione sui social ogni giorno e, quando ne ho il tempo, mi informo meglio. Questo spaventa molto gli adulti; credono che mi comporti da bambina, che mi rifiuti di crescere o che mi concentri su cose che non mi riguardano; eppure ho sempre dimostrato il contrario, ma a quanto pare non basta. Vorrei solo che gli adulti, in particolare i miei genitori, capiscano che non è un sogno infantile: scrivere è una parte me, quelle storie, per quanto sgrammaticate e confusionarie, sono un pezzo della mia vita, sono quello che rendono Anna, be’, Anna.

Nell’estate alla fine della prima superiore i miei genitori mi hanno proibito di comprare libri o di usare il computer se non per fare i compiti, perché a detta loro dovevo stare meno in camera a leggere e più all’aria aperta con i miei coetanei. Scusate, ma che colpa ne ho io se i miei coetanei parlano solo di cose che non mi interessano? «Mi si è rotta un’unghia, dovrò rifarle», «Ma la nuova canzone di Sfera spacca». Io trovo più divertente e interessante leggere di come Percy affronta gli dèi a testa alta o delle dichiarazioni, opinabili, di quel Comune su una scuola, nel sud Italia, dove il soffitto è quasi caduto addosso a due ragazze dopo che la struttura era stata definita «a norma». Perciò non mi stancherò mai di dirlo: amo leggere, amo scrivere, amo informarmi e amo alla follia immaginare un mondo fatto su misura per le persone come me. 

*Studentessa del liceo

Vallisneri di Lucca, 16 anni


 

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