Il Tirreno

CASTAGNETO. «Il mutuo di una famiglia media, se contratto a tasso variabile, sta determinando aumenti della rata dai 200 ai 300 euro al mese». È il dato che mette sul tavolo il direttore generale di Castagneto Banca 1910, Fabrizio Mannari. «È un elemento di preoccupazione, che si somma al caro bollette e all’inflazione – dice –. Così abbiamo pensato di intervenire bloccando le rate, altrimenti rischiamo che tra un po’ sia troppo tardi».

Ad oggi si tratta della prima iniziativa a spingersi in questa direzione nel panorama del credito nazionale. Come funziona? «A chi lo chiede applicheremo una rata costante al tasso attuale, con il meccanismo che eventuali aumenti dei tassi influenzeranno la durata del mutuo», spiega Mannari. Nel caso il tasso aumenti di un punto la durata di un mutuo a 15 anni verrà allungata di un anno. «Così diamo alla famiglia la tranquillità di un importo fisso da pagare. Se i tassi diminuiscono andremo a ridurre la durata del mutuo o il cliente può scegliere di rinegoziarlo a tasso variabile». Un’azione da banchiere locale, che non sa solo leggere i bilanci ma anche negli occhi dei suoi clienti. Nel portafoglio dell’istituto la voce mutui delle famiglie vale 350 milioni di euro. «Avremmo potuto restare in silenzio, in attesa degli eventi, ma ci è parso doveroso intervenire». I tassi continueranno a salire. «A dicembre si prevede un aumento tra il mezzo e i tre quarti di punto. Due mesi di stabilità, per vedere l’effetto sull’inflazione, e a marzo è atteso un ulteriore aumento».

La possibilità di mettere in pista la misura si deve alla solidità di Castagneto Banca 1910. «Sulla base dei primi dati chiuderemo l’anno con 7 milioni di utile. È giusto che una parte dei guadagni tornino a chi ci ha permesso di farli».

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