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Il cammino per la pillola gratis

di Cristiano Marcacci
Il cammino per la pillola gratis

Le commissioni Aifa hanno intrapreso il percorso per la rimborsabilità. Le under 25 potranno ritirarla in farmacia dietro prescrizione medica

05 ottobre 2022
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FIRENZE. Esulta il ministro della Salute Roberto Speranza. Gli fanno eco la Società italiana di Ginecologia e Ostetricia, con il proprio presidente Nicola Colacurci, ed Emilio Arisi, già presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic). Nella giornata di ieri ha infatti avuto inizio l’iter tecnico-scientifico destinato a rendere gratuita la pillola contraccettiva alle under 25. A decidere qual è il percorso migliore da intraprendere per arrivare alla rimborsabilità dei contraccettivi orali saranno le commissioni competenti dell'Aifa, la Cts (Commissione tecnico-scientifica) e il Cpr (Comitato prezzi e rimborso).

L’Italia è quindi sul punto di seguire l’esempio della Francia, paese in cui da quest’anno le donne sotto i 25 anni di età non pagano la pillola e che ha già registrato una drastica riduzione degli aborti volontari. La spesa ipotizzabile a carico del Servizio sanitario nazionale è di circa duecento milioni all’anno, dal momento che il costo oscilla tra i 14 e i 20 euro al mese a seconda dei tipi di prodotto e che il provvedimento di gratuità dovrebbe andare a coprire una fascia di popolazione femminile pari a circa 2,5 milioni di italiane. C’è da dire comunque che una parte di queste la pillola contraccettiva non la pagava nemmeno prima, in quanto alcune Regioni (per la precisione quattro, Toscana, Puglia, Lombardia ed Emilia Romagna) avevano negli anni scorsi anticipato l’Aifa rendendo gratuita la pillola presso i consultori. D’ora in poi, però, quando ci sarà ufficialmente il via libera dell’Agenzia del Farmaco, i contraccettivi non si pagheranno più nemmeno in farmacia (dietro prescrizione del medico ovviamente).

«La pillola anticoncezionale – afferma Nicoletta Colombo, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Milano Bicocca – è uno strumento di grande utilità ed efficacia per le donne, e quindi è indubbiamente un passo avanti riconoscerla come un farmaco essenziale e quindi fornito gratuitamente. Naturalmente in questo contesto l'azione è soprattutto a scopo contraccettivo, però occorre ricordare che anche da un punto di vista oncologico la pillola può avere una funzione. Per esempio, nei confronti del tumore ovarico rappresenta uno strumento di prevenzione, perché è in grado di ridurre anche del 50% l'insorgenza del carcinoma ovarico se assunta per un periodo prolungato».

La svolta è cominciata, ma deve essere ancora completata. Lo evidenzia lo stesso ministro Speranza, dal quale arriva appunto la sottolineatura: «Ci sono dei tempi tecnici da rispettare. Mi sembra comunque che la direzione di marcia sia giusta, e tra l'altro è una direzione già assunta da alcune Regioni e da altri paesi europei».

Il dibattito sulla pillola e la contraccezione orale si era riacceso negli ultimi giorni dopo l'annuncio del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che ha deciso di distribuire la pillola abortiva Ru486 nei consultori. Contro di lui si è scatenata subito una polemica politica, con in primo piano il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi: «Siamo davanti a una triste deriva, la continua banalizzazione estrema dell'aborto ridotto a pratica fai da te da eseguire direttamente a casa, portata avanti dalla sinistra italiana. Si riconferma la pericolosa mentalità che vede l'aborto alla stregua di un metodo contraccettivo».

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