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Telemarketing selvaggio, doccia fredda: le telefonate indesiderate non finiranno a dicembre

Ilaria Bonuccelli
Telemarketing selvaggio, doccia fredda: le telefonate indesiderate non finiranno a dicembre

Il 1° dicembre doveva essere la «data certa» per fermare le chiamate indesiderate, ma 10 mesi non sono bastati. Regolamento ancora da approvare: la legge è inefficace

12 ottobre 2020
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«È stata prevista una data certa di attivazione del servizio: il 1° dicembre 2020». Il 22 gennaio 2020 sul sito del Registro delle Opposizioni appare la notizia: «A partire da questa data (il 1° dicembre 2020) tutti gli utenti potranno iscrivere tutti i numeri cellulari e fissi nel Registro ampliato per dire no una volta per tutte alle chiamate indesiderate». Insomma: a dicembre fine dell’incubo. Dei numeri bloccati. Delle liste nere. Invece non sarà così. Dovremo aspettare ancora per sbarazzarci del telemarketing selvaggio. I call center potranno continuare a chiamarci ancora per mesi sui cellulari. Problemi di burocrazia e procedure. In concreto, una questione di soldi. Miliardi di euro, in vendita di dati. I nostri: numeri di telefono, Iban, codici clienti, numeri di contatori e così via.

LA LEGGE INEFFICACE

Cosa sta succedendo? Mentre ci si occupa (a ragione) di Covid e di salute pubblica, tutto il resto rimane indietro. Compreso il diritto dei cittadini a non essere disturbati senza un consenso esplicito sul proprio telefono da chiamate commerciali. Nel 2016 Il Tirreno (insieme al Garante della Privacy) ha intrapreso una campagna - con una raccolta di oltre 120mila firme - che ha portato all’approvazione di una legge (la prima in Italia) contro il telemarketing selvaggio. La legge - la 5 del 2018 - è in vigore dal 4 febbraio 2018, ma non ha efficacia alcuna se si esclude l’obbligo ignorato di rendere riconoscibili le chiamate commerciali con un prefisso. O con un numero “richiamabile”, come prevede la normativa europea. Peccato che questo obbligo sia ignorato nella maggior parte dei casi e quasi mai sanzionato.

CENTO MILIONI DI INDIFESI

A gennaio, dunque, la legge festeggerà i 3 anni di inutilità perché non è mai stato approvato il regolamento di attuazione. A cosa serve il regolamento di attuazione? A utilizzare l’unico scudo possibile in Italia dalle telefonate moleste: consentire a tutti i numeri, compresi 100 milioni di numeri di cellulari, di iscriversi al Registro delle Opposizioni. Chi è iscritto in questo elenco speciale non può essere contattato dai call center né può ricevere pubblicità per posta. Senza riforma (cioè senza regolamento che “amplia” il Registro) a questo elenco si possono iscrivere solo i numeri pubblicati negli elenchi telefonici. Pochi milioni di cittadini, su oltre 115 milioni di numerazioni assegnate.

LA PROMESSA

Il governo il 17 gennaio 2020 ha approvato (dopo due anni di attesa: la legge diceva tre mesi) «in esame preliminare» il regolamento di attuazione. Dando due date di riferimento: il 1° novembre per l’iscrizione degli operatori (chi deve organizzare le campagne commerciali, utilizzando solo numeri e dati per i quali detiene l’autorizzazione dei cittadini); il 1° dicembre per l’iscrizione dei cittadini al Registro delle opposizioni. I mesi nel mezzo sarebbero serviti per il parere del Consiglio di Stato, per i pareri delle commissioni parlamentari che avevano approvato la legge in sede “deliberante” (con i poteri di Camera e Senato).

I RITARDI DEL CONSIGLIO DI STATO

Ora si scopre che 10 mesi non sono bastati. La burocrazia batte i diritti, ancora una volta. Il ministero dello Sviluppo economico spiega: a inizio anno, lo “schema” di regolamento è stato inviato al Consiglio di Stato. Poi il Consiglio di stato lo ha rimandato al ministero a luglio con alcune osservazioni. Ecco ora il regolamento è al Mise, alla direzione competente e all’ufficio legislativo che sta concludendo l’analisi delle osservazioni del Consiglio di Stato. Quanto ci metterà? Difficile dirlo. Però al Mise «stanno concludendo». Certo è che: 1) dopo la fine di questo esame, il regolamento tornerà al consiglio dei ministri che «dovrà calendarizzarlo»: lo dovrà mettere all’ordine del giorno per approvarlo in via definitiva; 2) sarà Palazzo Chigi a stabilire quando il governo affronterà di nuovo la discussione. Per dicembre, comunque, è escluso che i cittadini si possano iscrivere al nuovo Registro delle Opposizioni. Quindi buon telemarketing selvaggio a tutti. Per qualche mese ancora. —

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