Tuffo di Capodanno in Toscana: i “benefici” del mare d’inverno e i trucchi per sentire meno freddo
In migliaia si sono dati appuntamento sulla nostra costa. Eppure mica è facile immergersi completamente quando l’acqua è tra i dieci e dodici gradi...
Un po’ sfida con se stessi, un po’ rito propiziatorio, benaugurante, al pari di un bacio sotto al vischio o un cucchiaio di lenticchie a mezzanotte. Freddo e profano. Sacro e costume (da bagno). Perché qui la purificazione in vista del nuovo anno passa – anima e corpo, spesso involontariamente a denti stretti – attraverso l’acqua gelida del mare d’inverno nel quale immergersi, battezzarsi. E chissà, magari uscire migliori, sicuramente più infreddoliti. Eccolo il senso metafisico del tuffo di Capodanno: rito pagano per pochi coraggiosi influenzati-affascinati dalle abitudini del Nord Europa, diventato negli anni appuntamento di gruppo, quasi mondano, della Toscana costiera che si risveglia dopo il cenone. Ma non solo.
Basta vedere il presidente della Regione Eugenio Giani tuffarsi con il suo classico carpiato spanciato e costume gigliato nell’Arno, per raccontare come la tradizione vada al di là del gusto dell’acqua, dolce o salata che sia.
Certo, le capitali toscane del tuffo sono senza dubbio la Versilia – da Torre del Lago a Marina di Pietrasanta con quattro appuntamenti diversi, e Livorno con tre. Ma cresce anche il litorale pisano e quello che da Follonica arriva fino all’Argentario. Perché quando la passione diventa moda, non c’è temperatura che tenga. Così a grandi linee oggi intorno a mezzogiorno c’erano un migliaio di coraggiosi a nuotare in mezzo al mare.
Racconta Marco Susini, ex parlamentare Ds e oggi anima del tuffo di Capodanno al Gabbiano, zona Rotonda di Ardenza, uno dei luoghi simbolo della Livorno ammollo 365 giorni all’anno. «Tutto – dice cercando di spiegare a chi non lo conosce il rito del primo dell’anno in acqua – è legato alla riscoperta della bellezza del mare in tutte le stagioni. Perché il mare d’inverno affascina, ha un’energia particolare che anche quelli che non lo frequentano abitualmente percepiscono. Inoltre – va avanti – fare il bagno d’inverno dà una scossa di adrenalina notevole che ha influenze positive sull’umore quotidiano».
Insomma, toglie anche e naturalmente il giramento di scatole, che visti i tempi, male non fa. Forse è per questo – aggiunge Susini – «che chi comincia difficilmente smette». Di quella situazione limite, in altre parole, si diventa – in qualche modo – dipendenti. «A Livorno – rivela Susini – ogni giorno ci sono decine di persone che fanno il bagno con qualsiasi situazione meteorologica, a Viareggio succede meno, ma il giorno di Capodanno, ad esempio, riescono a essere un numero superiore».
Eppure mica è facile immergersi completamente quando l’acqua è – come in questi giorni – tra i dieci e dodici gradi. Ecco perché qualche trucco per difendersi è sempre bene metterlo in pratica: «Cuffia in testa per rallentare la percezione del freddo e quando si esce accappatoio, doccia calda e per finire tanta lana addosso».