Il Tirreno

Il compleanno

Brigitte Bardot, i 90 anni alla donna che “Piace a troppi”. In Toscana un suo grande successo (che scandalizzò la Francia)

di Fabio Canessa
Brigitte Bardot, i 90 anni alla donna che “Piace a troppi”. In Toscana un suo grande successo (che scandalizzò la Francia)

Icona vivente del cinema è entrata nell’immaginario del pubblico mondiale

28 settembre 2024
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“Brigitte Bardot Bardot/ là dentro do cinema/ todo mundo se afobou”, dice una celebre canzone brasiliana che omaggia l’attrice che “ha fatto eccitare tutto il mondo”. Festeggiare i novant’anni di Brigitte Bardot sembra stonato, quasi come se festeggiassimo quelli di Marilyn Monroe (che tra due anni ne compirebbe cento) e di James Dean (che ne avrebbe 93). Divi che, da attori di successo e sex symbol internazionali, sono poi stati trasfigurati in icone immortali della giovinezza e della bellezza. La forza di B.B. (l’unica al mondo per cui bastano le iniziali) è di aver mantenuto in vita il suo mito pur essendo rimasta viva lei stessa, di essere cara agli dei senza essere morta giovane. Il segreto è stato ritirarsi prima dei quaranta, rimanendo sullo schermo nel pieno dello splendore: Brigitte è una Marilyn sopravvissuta, ma artisticamente morta anche lei da mezzo secolo.

Vent’anni di cinema, dal 1952 al 1973, le sono stati sufficienti per entrare prepotentemente nell’immaginario del pubblico mondiale e restarci dopo cinquant’anni di assenza. “E Dio creò la donna” è il film che la lanciò (in italiano si intitola più moralisticamente “Piace a troppi”), diretto dal marito Roger Vadim, che creò per la moglie il personaggio della Lolita disinibita, libera e sensuale che sedusse il pubblico degli anni Cinquanta.

Bastano i titoli dei film interpretati da Brigitte Bardot per dare un identikit del “sogno impossibile dell’uomo sposato”, come la definì la scrittrice Marguerite Duras: “Manina ragazza senza veli”, “Miss Spogliarello”, “La ragazza del peccato”, “Femmina”, “Sexy girl”, “Io, l’amore”. È stata diretta da grandi maestri e ha recitato con i maggiori attori del tempo: “Atto d’amore” di Anatole Litvak con Kirk Douglas, “Grandi manovre” di René Clair con Gérard Philipe, “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard con Michel Piccoli, “Tre passi nel delirio” di Louis Malle con Alain Delon sono opere entrate nella storia del cinema.

All’apice della fama, girò due grandi successi in Italia: nel 1956 a Roma “Mio figlio Nerone” di Steno, dove interpreta Poppea accanto all’imperatore Alberto Sordi, e nel 1962 in Toscana “Il riposo del guerriero” di Vadim. Un film oggi dimenticato ma che allora scandalizzò la Francia, girato nella Villa San Michele di Fiesole, a San Gimignano, Firenze e dintorni, fino alla romantica sequenza finale ambientata nella suggestiva Abbazia di San Galgano.

Nello stesso anno Brigitte Bardot girò a Spoleto, al fianco di Marcello Mastroianni, “Vita privata”, il suo film più curioso e significativo, nel quale il regista Louis Malle le fa interpretare una donna che le assomiglia molto: una modella diventata un’attrice famosa per la bellezza ma anche per i molti amori e la condotta di vita spregiudicata. Adorata dai fan ma criticata dai moralisti, muore accecata dal lampo del flash di un fotografo inciampando dal tetto dove si era rifugiata per evitare la folla. La sua caduta al ralenti nel finale mette a fuoco in modo struggente la rappresentazione dello status di una diva diventata leggenda: ne consacra la bellezza e ne attesta la fragilità, mostrando come l’ingenuità e la solitudine siano l’altra faccia della popolarità offerta dalla fabbrica dello spettacolo. La morte di Marilyn in quel medesimo 1962 avrebbe confermato una verità profetica, che anticipa la fine di lady Diana.

Se a B.B. è andata meglio è forse anche merito di quella contadina che, mentre girava una scena con una capra sul set di “Colinot l’alzasottane”, le disse di sbrigarsi perché doveva macellare l’animale per farlo allo spiedo la domenica successiva. Inorridita, Brigitte comprò la capra e decise in quel momento che avrebbe chiuso con il cinema e si sarebbe dedicata alla causa animalista.

Era il 1973 e, all’epoca, sembrò il capriccio di una diva che sarebbe presto tornata sotto i riflettori. Invece, almeno fino ai 90 anni, è stata di parola.


 

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