La decisione
Sanremo: e per finire Bolle di gran classe. Fiorello si riscatta da vero mattatore
A Sanremo la stella della danza strega tutti con la grazia e la forza del “Bolero” . Poi spazio alle 30 canzoni con qualche polemica
È la serata più sanremese, e in fondo va bene così. Meno circo mediatico, più canzoni, meno facezie e più musica: dopotutto questa resta una gara. La gara più lunga del mondo, visti gli orari.
Ed è la sera di Fiorello. Che dopo scivolate di gusto e relativi Tapiri, torna a fare quello che meglio sa: l’intrattenitore, il mattatore. Riesce anche ad allineare pianeti lontani: Domenico Modugno e Michael Jackson, “L’uomo in Frac” e “Billie Jean”, medley impossibile solo sulla carta. Lui ce la fa. e bene. L’ex re dei villaggi turistici gioca in casa, si diverte, blandisce il sodale Amadeus, lo invita talmente tante volte a non chiudere qui la sua era geologica di conduzione da far sospettare che qualcosa dietro ci sia, e che il conduttore possa tornare sui suoi passi: vedremo.
Poi Amadeus, introdotto dalla immortale “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, che fu profugo dall’Istria, sottolinea anche il Giorno del ricordo, che riporta alla memoria le foibe e gli eccidi del maresciallo Tito.
Ma poi si canta tanto, per fortuna; niente star di Hollywood, uno dopo l’altro i concorrenti sul palco, stasera ci si gioca tutto, e si spara quello che si ha. La platea freme e attende, dopo aver fischiato sonoramente la proclamazione della classifica provvisoria, con il rapper partenopeo Geolier davanti all’idolo di tutti, Angelina Mango. I sessantenni contro i ragazzini, la sfida di sempre.
Bolle di classe
Bolle e Bolero: un’assicurazione. Ad Amadeus piace vincere facile: una statua perfetta, fatta di grazia, potenza muscolare, nervi, talento, classe. Roberto Bolle è un’eccellenza che l’Italia esporta in tutto il mondo, e la musica di Ravel ne esalta la perfezione espressiva. Uno dei momenti più assoluti ed emozionanti della settimana. «Voglio portare la danza in tutti i luoghi del mondo»: bello. Il siparietto con Fiorello sugli addominali ci poteva anche stare e meno male che all’étoile non manca l’autoironia.
Gaffe Bernardini
Fa bene Amadeus a ricordare il docu-film su Sergio Bernardini, genio dello spettacolo che ha fatto la storia della Bussola e della Versilia. Solo che la Bussola, caro conduttore, non era a Viareggio. Pare che il sindaco di Pietrasanta non l’abbia presa benissimo.
Canzoni ed emozioni
Esplosiva Bertè, ma non è una novità. Poco prima dell'inizio della serata si è diffusa la notizia che il Premio della Critica Mia Martini è andato proprio a lei. Che ovviamente lo ha dedicato alla sorella Mimì, fragile gigante che manca tanto alla musica. Mahmood sbaglia ancora clamorosamente abbigliamento, ma col microfono in mano dimostra di essere artista fatto e finito: timbro sottile, perfetto nelle note alte e soprattutto testo cucito addosso agli Under 20, mossa intelligente. A proposito di giovanissimi, Tananai, sollevato dal non essere strangolato dalla gara, fa cantare la piazza con il suo “Tango”, sempre bella un anno dopo. Applausi meritati anche per i vocalizzi di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che regge il colpo anche davanti agli sfottò fiorelliani. Detto dell’evitabile apparizione dei due maestri dei divani (lo sponsor reclama i suoi diritti), la gara galoppa verso il cuore della notte e verso un verdetto che, qualunque sia, avrà diviso l’Italia. Piace l’omaggio a un Lino Banfi in prima fila, un po’ intristito ma simbolo di un’Italia caciarona e spensierata che non esiste più. Mara Venier è la regina della prima fila ed anche lei applaude Fiorella Mannoia, elegantissima in tubino nero. Esecuzione come sempre inappuntabile della sua “Mariposa”, la farfalla che vola per l’ultima volta sul palco di questa edizione del festival. Rito pagano che gli italiani criticano ma da sempre guardano: aspettiamo per oggi l’ennesimo botto degli ascolti. Che poi, in fondo, alla Rai sono l’unica cosa che interessa.
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