Il Tirreno

Musica

Le stelle del jazz illuminano le notti di Prato

di Gabriele Rizza
Le stelle del jazz illuminano le notti di Prato

Brötzmann, Rubegni e tanti altri

20 gennaio 2023
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La nuova puntata di Metastasio Jazz, messa a punto da Stefano Zenni, festeggia a partire dall’11 febbraio, la 28ª edizione, muovendosi su due binari, classicamente evocati fra tradizione e innovazione, che intrecciano le due sezioni “official e off” lungo un itinerario che fino al 13 marzo, a Prato, smista otto concerti e due conferenze. «Nel jazz è risaputo che tradizione e innovazione sono sempre compresenti – afferma Zenni – dal momento che la tradizione non è un’eredità statica del passato, ma una fonte di ispirazione palpitante, vivente, attuale, sempre da rinnovare, una fonte appunto di cui si nutre l’innovazione. Il jazz, in quanto musica ibridata con l’estetica occidentale, ha assorbito anche lo spirito delle avanguardie europee e le trasformazioni degli ultimi decenni ed proprio su questa ricchezza di approcci che la rassegna punta lo sguardo, riunendo nel programma un ventaglio di esperienze storiche e attuali, di maestri e di allievi, di voci lontane ma sempre presenti, di ripensamento dei lasciti stilistici e culturali per creare una musica nuova, che sappia parlare al presente in vista e in sintonia col passato».

Rubegni e Mattiuzzi

Si parte lunedì 13 febbraio al Fabbricone di Prato con un doppio appuntamento: prima Mirco Rubegni, uno dei più brillanti trombettisti italiani (già membro dei Funk Off e al fianco di Gianluca Petrella) presenta “My Louis”, omaggio al grande Louis Armstrong, colui che ha forgiato il linguaggio del jazz solistico, integrandolo con il groove funky, l’elettronica, le trame percussive fino a creare un nuovo fraseggio. Poi Gaia Mattiuzzi, giovane cantante e compositrice, declina il progetto “Inne Core”, fra i migliori dischi di jazz italiano del 2022, col suo mix di suoni acustici e digitali, ispirandosi vocalmente a liriche di James Joyce, accompagnata da Alessandro Lanzoni al piano, Alfonso Santimone all’elettronica, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria.

Peter Brötzmann

C’è attesa il 27 febbraio, al Teatro Metastasio, per l’assolo di Peter Brötzmann, padre dell’improvvisazione radicale, musicista rivoluzionario e innovatore, che ha attraversato più di quarant’anni di carriera nel segno della coerenza e dell’assenza di compromessi e che con la potenza, l’asprezza del timbro, l’energia travolgente del suo sax e tárogató (strumento ad ancia della tradizione popolare ungherese) ha segnato una svolta radicale nelle pratiche di improvvisazione solistica e collettiva, nella manipolazione del suono, nel livello di energia della musica e ha rivelato al mondo l’originalità della scena europea. Ora, superata la soglia degli ottant’anni, affiora il suo legame col passato e se ne riscoprono dolcezze, sfumature e giocosità. Gli fa da spalla il duo formato da Tiziano Tononi e Emanuele Parrini che sfornano un confronto singolare quanto rischioso tra batteria, percussioni, gong e violino o viola, dando vita a un caleidoscopio di soluzioni fantasiose, colori strumentali, giochi di interazioni, cambi di prospettiva.

Radicchi e trio Anokhi

Ancora due set in sequenza caratterizzano l’appuntamento del 6 marzo al Fabbricone: si parte con il quintetto di Leonardo Radicchi (rinomato compositore nonché operatore umanitario per Emergency) che coniuga pezzi originali e brani del folklore di varie parti del mondo, si prosegue col trio Anokhi di Cristiano Calcagnile alla batteria, Giorgio Pacorig al piano, Gabriele Evangelista al contrabbasso, in bilico fra novità e classicità, libertà e continuità.

Belladonna e “off”

Il 13 marzo al Metastasio tocca a “Belladonna”, in collaborazione con Musicus Concentus, performance tutta al femminile condotta dalla chitarrista Mary Halvorson alla testa del quartetto d’archi Mivos. Mentre racchiusi tra gli eventi della sezione off, ci saranno altri tre appuntamenti: due conferenze in programma l’11 e il 24 febbraio a cura di Stefano Zenni, ricostruirà i contorni dell’estro di Peter Brötzmann, ripercorrendone la carriera e l’evoluzione stilistica, in collaborazione con la Scuola di musica Giuseppe Verdi e il Centro Pecci.

E proprio al Centro Pecci il 19 febbraio arriva Dario Cecchini, l’infaticabile leader dei Funk Off, uno dei più autorevoli sax baritoni della nostra scena, coi suoi “Echoes”, un progetto nato nel 2017, in totale solitudine, in cui lo strumento diventa voce suggestiva ed evocativa e la sua rugosità, gli slanci lirici, il silenzio e il riverbero compongono una inedita riflessione intorno al senso della musica (l’evento si svolge nelle sale dell’installazione sonora “Hagoromo” di Massimo Bartolini ed è limitato a 80 partecipanti).
 

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