Elsa porta con sé le mie esperienze e i tempi della cronaca giornalistica

Nicola Stefanini

L’autrice, segretaria di redazione al Tirreno, lavora a Livorno Pisana e madre di tre figli, da sempre ha la passione per la scrittura 

30 marzo 2019
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INTERVISTA

Questo romanzo – “Alzati e corri, direttora” – con il quale Silvia Volpi esordisce con Mondadori ha avuto una gestazione piuttosto lunga. «Avevo in mente da un po’ di scrivere un giallo – dice l’autrice – Due anni fa ho iniziato a stenderlo, ma avevo già chiari in mente i personaggi, e soprattutto quello della direttora». Silvia Volpi, 50 anni, è originaria della provincia di Pisa, vive a Pisa con il marito e i tre figli e lavora a Livorno, segretaria di redazione al “Tirreno”.

Questo giallo è il suo esordio con Mondadori, ma in passato aveva già pubblicato qualcosa?

«Avevo pubblicato un romanzo nel 2010 con un piccolo editore. Si chiamava “Sabato pomeriggio” era ambientato in Versilia e raccontava di giovani impegnati a trovare il loro posto nel mondo. Una sorta di romanzo di formazione. Ma scrivo da sempre e scrivo continuamente. Mi piace molto farlo, e poi mi è venuta l’idea di fare un giallo. Questo giallo e soprattutto con questo personaggio di Elsa Guidi che ho curato e fatto venire fuori con grande passione e grande interesse, anche».

Silvia, lei lavora in un giornale: quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Elsa Guidi, la sua direttora?

«Non è un personaggio autobiografico, e nemmeno la storia lo è. Quello che porto nella storia sono semmai le esperienze di vita mie e delle persone che conosco. Elsa oltre al lavoro ha anche una vita vera, una famiglia, dei figli. È una runner e le sue giornate iniziano con una corsa per Pisa: è uno svago, ma anche un primo sguardo sulla città. Insomma, Elsa vive una vita che è abbastanza diversa dalla mia».

Dopo tanti commissari e detective, lei sceglie una giornalista per risolvere il suo giallo.

«Sì, è un personaggio nuovo, e anche la storia si svolge secondo i tempi della cronaca giornalistica. È un racconto diverso da quelli noir o con protagonisti dei poliziotti. Ha un passo più leggero, con venature ironiche, che parla anche del territorio e delle persone che ci vivono».

Sulla copertina del libro c’è scritto che è la prima indagine della “direttora”. Significa che ha già in programma altre storie, insomma una serie con protagonista la sua “direttora”?

«Per ora no, non sono in programma altre uscite, ma mi farebbe piacere che ci fosse altro da dire e da scoprire insieme a Elsa. Idee ne ho molte e scrivo continuamente. Questo personaggio già vive in un certo modo di vita propria e vorrei scriverne ancora. Prima capiamo come si trova Elsa fuori da me, dal mio computer, e lo stesso vale per “il Moro” e gli altri personaggi del libro, poi vedremo che fare. Per ora posso dire che mi sono divertita a creare questi personaggi e questa storia. E in un certo senso mi sono affezionata a loro». —

Nicola Stefanini

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